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LO scempio degli scavi di Sibari sommersi dal fango finisce sul popolare quotidiano francese Le Figaro, che, in un’inchiesta in prima pagina attacca la gestione dei siti archeologici del Belpaese: “Lo Stato italiano lascia le rovine di Pompei all’abbandono” è il titolo di prima pagina del giornale che dedica un ampio servizio alla situazione di Pompei e da lì parte per elencare altre situazioni a rischio.
“Pompei accelera la sua rovina”, scrive ancora Le Figaro, sottolineando che ”un’amministrazione impotente assiste al crollo dei tesori di una civilta”. E “le pesantezze della burocrazia bloccano l’attuazione di lavori urgenti”. Ma oltre alla “lenta agonia” di Pompei, a cui dedica ampio spazio, Le Figaro passa in rassegna altri siti italiani in “allarme rosso”. E qui spunta Sibari, dove nel gennaio 2013 il parco archeologico è stato invaso dall’acqua e dal fango a causa dell’esondazione del vicino fiume Crati.
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Insieme agli scavi calabresi, Le Figaro ricorda poi la Biblioteca di Brera a Milano, Villa Adriana a Tivoli, la biblioteca Girolamini a Napoli, la Domus Aurea a Roma, Volterra, e anche i palazzi reali di Caserta e Carditello, la cittadella di Alessandria, i templi di Agrigento, il sito di Tuvixeddu in Sardegna. In Italia “c’è un’eterna confusione tra interessi pubblici e privati”, spiega Claudio Strinati, ex soprintendente del polo museale romano, intervistato dal giornale francese sulla situazione del patrimonio italiano.
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