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LA Calabria avrà un nuovo santo. La commissione dei teologi ha dato il via libera al riconoscimento del miracolo attribuito al beato Nicola Saggio da Longobardi. A questo punto si sblocca l’iter di canonizzazione: nel corso della prossima seduta ordinaria della Congregazione per le cause dei santi, i cardinali e i vescovi potranno prendere atto del parere e aggiungere il loro nulla osta al dossier da presentare al Papa. E Francesco, a quel punto, potrà firmare il decreto, per poi stabilire la data della cerimonia solenne che sarà comunicata nel corso di un prossimo concistoro.
Questi ultimi passaggi, comunque, appaiono ormai scontati. E quindi non dovrebbero esserci ostacoli alla scalata definitiva verso la gloria degli altari del frate nato nel paese della costa tirrenica cosentina. Sarà il primo religioso del primo ordine dei minimi a essere proclamato santo dopo la canonizzazione del fondatore, Francesco di Paola. Di recente è stato riconosciuto il martirio di alcune monache spagnole appartenenti al secondo ordine dei minimi (LEGGI), mentre numerosi sono gli appartenenti al terz’ordine che si contano tra le schiere dei santi.
Nicola Saggio nacque due secoli dopo san Francesco di Paola e nel 1786 venne proclamato beato da Pio VI. Fu il primo passo verso il riconoscimento della gloria celeste e arrivò a breve distanza dalla morte, che era avvenuta a Roma nel 1709. Poi la lunga attesa per la canonizzazione, ormai imminente. Nella Capitale era arrivato una prima volta assegnato al convento della chiesa dedicata al santo fondatore del suo ordine. Poi fu rimandato in Calabria e visse a lungo nel convento della sua Longobardi, dove si diffuse la fama dei prodigi che compiva. In linea con le indicazioni di san Francesco, viveva sempre in semplicità. Tra i minimi Nicola era entrato a vent’anni, nonostante il parere contrario dei genitori. Figlio di contadini, da sempre aveva dedicato lungo tempo alla preghiera e alla penitenza nelle fasi nelle quali riusciva a liberarsi dal lavoro dei campi. Una volta diventato frate, visse nel convento di Paola ma passò anche da a Montalto, Cosenza, Spezzano Sila e Paterno. Prima di tornare a Roma, dove la sua popolarità si diffuse anche tra numerosi regnanti europei, profetizzò la sua morte.
Una grande fama di santità indusse ad avviare la causa di canonizzazione. E ora, a distanza di più di tre secoli, quel percorso sta per concludersi.
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