2 minuti per la lettura
CATANZARO – Stuprate, di botte, di insulti, di minacce. A volte ammazzate, umiliate, dimenticate. Triturate in logiche perverse, madri, mogli, sorelle sottomesse, mai come in Calabria la giornata internazionale contro la violenza sulle donne ha un significato forte, perchè ha la faccia di chi ha detto no alla ‘ndrangheta (come Lea Garofalo, Maria Cacciola, Giuseppina Pesce) ha la faccia di ragazzine come Roberta Lanzino, come Fabiana Luzzi uccisa dal fidanzato a Corigliano, per inspiegabili gelosie o quella di Anna Maria Scarfò che alza la testa contro il branco che la stupra, ripetutamente e la usa come una cosa e sopporta anche quando viene additata e rifiutata. La faccia delle donne di Calabria è anche quella di chi non sopporta in silenzio, ma va controcorrente, denuncia. Urla. Per l’occasione oggi la Cgil ha organizzato un vero e proprio evento che attraverserà in lungo e in largo la regione. E tutti potranno indossare qualcosa di rosso per dire no alla violenza.
TI potrebbe interessare
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA