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BONIFATI (CS) – Trovati due nidi di tartaruga marina Caretta caretta a Bonifati, in provincia di Cosenza, sul versante tirrenico della Calabria e per ferragosto è attesa la schiusa di uno di essi. Lo fa sapere Legambiente spiegando che il nido non ancora schiuso è stato messo in sicurezza dai ricercatori del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Università della Calabria e viene costantemente monitorato in attesa del lieto evento. Le operazioni sono condotte anche grazie alla collaborazione delle associazioni locali e del Circolo Legambiente di Belvedere Marittimo. Con quest’ultima scoperta sono tre i nidi identificati con precisione sulla costa tirrenica della Calabria che, tenuto conto dei 17 censiti sul lato ionico, è di gran lunga oggi la regione italiana più importante per la nidificazione della Caretta caretta. La supervisione scientifica di tutte le nidificazioni di tartarughe è condotta dell’Università della Calabria, che a partire dal prossimo autunno avvierà in partnership con Legambiente, la Regione, i comuni di Palizzi e di Brancaleone e le società Chlora ed Euro Work consulting, il progetto Life Caretta Calabria che concentrerà la sua attenzione sui siti della costa ionica. «Va sottolineato l’impegno costante e sinergico di ricercatori e università, enti e istituzioni e il supporto delle associazioni per costituire una vera e propria rete a tutela delle tartarughe marine e più in generale della biologia marina in tutta la regione» commenta Stefano Raimondi dell’ufficio Aree Protette e Biodiversità di Legambiente. Il recupero e la riabilitazione degli animali sono compiuti con il centro di Manfredonia in Puglia. «La presenza di questi due nidi di tartarughe sulle spiagge del nostro comune – spiega il sindaco di Bonifati, Antonio Mollo – è uno stimolo a fare di più nelle politiche di sostenibilità che abbiamo intrapreso con la mia amministrazione». «I rischi a cui vanno incontro le nidiate sono molteplici – dichiara Tony Mingozzi del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Università della Calabria – se si considera che il periodo di schiusa coincide in larga parte con il periodo di massimo affollamento turistico delle spiagge» ma «la nidificazione è compatibile con una frequentazione turistica rispettosa degli arenili».
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