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COSENZA – Hanno scelto i giardini antistanti il Tribunale di Cosenza per ricordare una delle vicende più amare della giustizia italiana. Il 17 giugno di trent’anni fa Enzo Tortora veniva arrestato in modo spettacolare, per un’inchiesta che si rivelò poi essere una bufala giudiziaria. E proprio nel giorno dell’anniversario, a Cosenza è stata scoperta la targa con la quale si dedica l’area verde davanti al palazzo di giustizia al conduttore televisivo italiano, genovese morto nel 1988.
Un’iniziativa per la quale il consiglio comunale ha dato all’unanimità il proprio assenso, su proposta dell’esponente Pse Enzo Paolini. E a Cosenza è arrivato il grazie di Francesca Scopelliti, ultima compagna di Tortora, calabrese di Nicotera. Grazie, scrive, per aver «voluto onorare un uomo perbene, morto per una giustizia “per male”. Enzo era cittadino del mondo, adorava la sua Liguria ma con me si sentiva anche un po’ calabrese. Che a ricordarlo oggi in una data simbolica sia proprio la mia terra mi commuove e mi inorgoglisce».
Francesca Scopelliti, che dopo la morte di Tortora ha intrapreso una battaglia politica garantista insieme al partito Radicale, del suo compagno scrive: «Lo volevano vittima. Lui si è fatto protagonista di una nobile battaglia per la giustizia giusta».
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