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PER gli emigrati in Argentina era un po’, come per i loro compaesani arrivati a New York, vedere la Statua della Libertà. La statua di Cristoforo Colombo a Buenos Aires rappresentava quel pizzico di orgoglio nazionale che si portavano dietro dopo aver attraversato un oceano, lasciando a casa affetti e speranze. Un simbolo. Uno scatto d’orgoglio che significava “siamo arrivati in terra straniera, ma questa terra è stata scoperta da un italiano, da uno di noi”. Oggi quella statua è sotto sfratto. 

Al posto del monumento di 630 tonnellate di marmo di Carrara, verrà collocata una statua in omaggio a Juana Azarduy, donna simbolo dell’indipendenza della Bolivia. E la plaza si chiamerà “dei popoli originari”. La statua di Arnaldo Zucchi, dedicata a Cristobal Colon (Cristoforo Colombo) e donata nel 1921 dalla collettività italiana e che finora dava persino il nome alla piazza, verrà invece spostata a Mar del Plata, una cittadina di provincia. Un luogo certo meno rappresentativo rispetto a quello attuale, alle spalle della Casa Rosada, sede della presidenza argentina. E per contestare questa decisione del presidente Cristina Fernandez de Kirchner (che comunque dovrà avere ancora il placet del sindaco della città, Mauricio Macri suo oppositore) sono scesi ieri in piazza centinaia di italo argentini, tra i quali un corposo gruppo di calabresi che con striscioni e bandiere italiane, hanno manifestato la loro contrarietà. I calabresi, con a capo la loro rappresentante di federazione Cristina Borruto. Sullo striscione si legge “No al traslado del monumento a Cristòbal Colòn”. 
«Quello che chiediamo – hanno spiegato i manifestanti della comunità calabrese, che in Argentina rappresentano una percentuale molto alta della popolazione – non è di dividerci su chi merita di più un omaggio, ma di accogliere tutti quanti hanno un significato importante per la storia e la cultura argentina. Quindi non escludiamo Juana Azurduy, eroina dell’Indipendenza argentina, semplicemente sosteniamo che per innalzarle un monumento, non è necessario spostare quello di Colombo, così carico di significati storici e culturali, legati alla presenza italiana nel Paese». La battaglia è solo all’inizio. I manifestanti in piazza, alzando le foto in bianco e nero dei loro nonni, hanno giurato che faranno di tutto per difendere quella statua che rappresenta le loro radici.
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