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COSENZA – Gli istituti scolastici migliori in cui studiare? Sono a Cutro, Siderno e Pizzo. A sostenerlo è la prestigiosa “Fondazione Giovanni Agnelli” che, in uno studio che vi mostriamo in anteprima, analizza gli istituti superiori di provenienza delle migliori matricole universitarie calabresi. Mettendo a fuoco, infatti, i risultati degli esami universitari dei primi due anni di corsi dei giovani calabresi e andando al ritroso nella loro carriera scolastica, la Fondazione ha tirato fuori un elenco di scuole che sanno come preparare al meglio i loro studenti. 

L’indagine ha riguardato i risultati di profitto e rendimento agli esami universitari di oltre 145.000 diplomati, di cui 24.000 in Calabria, che si sono immatricolati e hanno frequentato il primo anno accademico. Le principali conclusioni sostanzialmente comuni alle regioni considerate, ovvero Piemonte, Lombardia, Emilia e Calabria, pur nelle grandi differenze, sono tre: una buona qualità della formazione fornita dagli istituti tecnici se valutata in termini di effetto scuola, un “effetto provincia” ovvero gli studenti dei piccoli centri hanno in media performance universitarie migliori rispetto ai grandi centri urbani e infine, nonostante la presenza di alcune realtà di eccellenza, la performance della maggior parte delle scuole non statali è deludente rispetto a quelle statali.

L’indagine sulla Calabria, voluta fortemente dall’assessore regionale Mario Caligiuri, ha riguardato 166 scuole statali e paritarie, valutate in una graduatoria a seconda della loro maggiore o minore capacità di formare agli studi universitari.

E’ ovvio che questo approccio è valido nel caso in cui gli studenti di una data scuola privilegino il proseguimento degli studi all’università, come tipicamente avviene nel caso dei licei, mentre lo è meno nel caso di istituti la cui missione formativa verta su aspetti maggiormente professionalizzanti. Per questa ragione, dall’analisi sono stati esclusi gli istituti professionali.

Ma l’indagine condotta è andata anche oltre il mero confronto dei dati, ricostruiti a partire dalle informazioni contenute dalla banca dati dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti universitari, creando un doppio binario di valutazione: il primo (dal quale viene fuori la top ten che proponiamo qui accanto) costruito a partire dal contributo specifico della singola scuola al successo universitario dei propri diplomati e un secondo binario costruito tenendo invece conto anche degli altri fattori in grado di influenzare i percorsi universitari come le caratteristiche individuali degli studenti, il contesto territoriale di riferimento, il contesto socio-culturale prevalente nella scuola frequentata. 

In questo secondo caso, più particolareggiato, la classifica cambia e le prime dieci scuole risultano essere: il liceo scientifico “Da Vinci” di Reggio Calabria, lo scientifico “Mattei” di Castrovillari, l’Iis di Amantea, lo scientifico “Galilei” di Lamezia terme, lo scientifico “Guarasci” di Soverato, lo scientifico “Siciliani” di Catanzaro, l’istituto superiore “Fermi” di Catanzaro, il liceo classico di Luzzi, lo scientifico “Guerrisi” di Cittanova e il convitto nazionale “Galluppi” di Catanzaro.

Tutte le valutazioni, inoltre, sono state effettuate al netto di possibili distorsioni derivanti dalle scelte universitarie quali l’ateneo e l’indirizzo di studi ai quali ci si iscrive. In altre parole, si è tenuto conto del fatto che vi sono indirizzi più facili o più difficili, e atenei più o meno generosi nelle votazioni, con un’operazione detta in gergo statistico di “normalizzazione”.

Ne consegue che la prima graduatoria (quella della Top ten) è stilata sulla base dell’effetto scuola individuato a partire dalle performance universitarie degli studenti, depurate dal contributo delle altre possibili determinanti, e offre una valutazione su quanto messo in atto a livello di singola scuola per favorire un’efficace prosecuzione negli studi dei propri studenti. È un’indicazione utile per i responsabili della politica scolastica nazionale e regionale, per le famiglie e per le scuole stesse.

La seconda graduatoria è invece utile, ad esempio, per le famiglie che oltre a ricevere un’indicazione della qualità delle singole scuole possono apprendere, se sono presenti altre possibili condizioni di contesto in grado di favorire l’acquisizione di basi adeguate per una prosecuzione negli studi al livello universitario.

L’indagine della “Fondazione Agnelli” ha riguardato i più recenti anni accademici per i quali l’informazione è completa e consolidata: il 2007/2008 e il 2008/2009 nel solo primo anno di corso poiché si ritiene che negli anni successivi l’esperienza sul campo diventi una componente determinante del successo universitario e il peso dell’effetto scuola diminuisca. Nei criteri di valutazione son finiti, con egual peso, il profitto, ossia la media dei voti conseguiti agli esami universitari ponderata per i crediti formativi di ogni esame e la velocità, ovvero il rapporto fra i crediti conseguiti dallo studente e crediti dichiarati come impegno annuale.

Ma sia che si faccia riferimento alla prima o alla seconda graduatoria rimangono fermi alcuni punti essenziali: il primo la buona qualità della formazione fornita dagli istituti tecnici.

Il secondo l’inclinazione alla scelta dei licei rispetto agli istituti tecnici da parte degli studenti più dotati scolasticamente e di estrazione socio-culturale più elevata. 

Il terzo aspetto è la presenza di un effetto provincia: gli studenti dei piccoli centri hanno infatti in media performance universitarie migliori, forse a seguito del maggior controllo sociale presente nelle piccole realtà rispetto ai grandi centri urbani, o semplicemente per il fatto che l’investimento in istruzione universitaria è più gravoso per chi vive “fuori sede” e dunque solo i più motivati continuano. La Fondazione sottolinea, in tal senso, che gli effetti territoriali sono positivi e ingenti soprattutto per le aree prive di offerta universitaria, il che conferma questa ipotesi di autoselezione.

Infine, nonostante la presenza di alcune realtà particolari, l’analisi conferma la performance deludente della maggior parte delle scuole non statali rispetto a quelle statali. Tanto da finire in coda rispetto ad entrambe le classifiche.

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