Alessandro Diddi
2 minuti per la letturaIl professore Alessandro Diddi è docente di Diritto processuale penale all’Università della Calabria subentra come promotore di giustizia a Gian Piero Milano
COSENZA – È il professore Alessandro Diddi, docente di Diritto processuale penale all’Università della Calabria, il nuovo promotore di giustizia dello Stato della Città del Vaticano. La nomina è stata messa a punto da Papa Francesco a seguito delle dimissioni presentate dal professore Gian Piero Milano. La Sala Stampa della Santa Sede ha poi annunciato l’assegnazione dell’incarico.
Contestualmente il Pontefice ha nominato quale promotore di giustizia aggiunto, carica precedentemente ricoperta da Diddi, il professore Settimio Carmignani Caridi, già docente di Diritto Canonico ed Ecclesiastico all’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” e professore incaricato di Diritto Vaticano alla “Scuola di Diritto Vaticano” della Lumsa.
Al promotore di giustizia, più in particolare, è demandata l’azione giudiziaria: esercita, dunque, l’azione penale e per le indagini è assistito dalla Gendarmeria vaticana. Una figura che corrisponde, più o meno, al pubblico ministero. Anche in Vaticano ci sono tre gradi di giudizio: giudice unico o Tribunale, a seconda dell’entità del reato, per la prima istanza; Corte d’Appello; Corte di Cassazione.
CHE COS’È IL PROMOTORE DI GIUSTIZIA
Il Promotore di giustizia corrisponde più o meno al nostro pubblico ministero con una eccezione legata ai reati meno gravi, in questo caso infatti, può decidere autonomamente il rinvio a giudizio.
Il Promotore di giustizia, che esercita dunque l’azione penale, è assistito, per le indagini, dalla Gendarmeria vaticana. Convoca l’imputato per contestargli i reati di cui è accusato in un colloquio che è a porte chiuse e nel quale gli avvocati difensori non hanno parola. L’imputato può però conferire con i suoi avvocati in qualunque momento e può rifiutarsi di rispondere alle domande. A questa fase “sommaria” segue l’istruttoria vera e propria con l’intervento, per i reati più gravi, del giudice istruttore. Ai successivi colloqui possono intervenire gli avvocati. Tutta questa fase non è pubblica.
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