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L'ospedale "Vittorio Cosentino" di Cariati

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SBAGLIA chi pensa che l’annuncio del presidente Occhiuto sull’apertura del Pronto Soccorso a Cariati sia stata una mossa acchiappa-voti, per un semplice motivo che spiegheremo alla fine, ricordando che sulla Sanità è vietato giocare d’azzardo. Ma prima, c’è da considerare il valore simbolico di quell’ospedale. Per la sua posizione strategica nel basso Jonio Cosentino. Per le sue eccellenze – come ginecologia – cancellate brutalmente con un taglio governativo nel 2010. E soprattutto perché intorno alla protesta, è nato un movimento che controlla dal basso tutte le tappe che porteranno alla riapertura. Persone più o meno giovani, ma ragazzi per il rabbioso entusiasmo che dimostrano, nel controllare giorno dopo giorno che le promesse siano mantenute.

Cariati è stato un case-history di sanità internazionale, ha portato nella cittadina ionica gli inviati e le tv di tutta Europa. Gino Strada chiese a nome di Emergency di avere la gestione, e lui di ospedali se ne intendeva. La storia del “Vittorio Cosentino” e di quelli che lo occuparono è finita dentro il film “C’era una volta in Italia”, replicato in quasi duecento località. E il giro continua. Cariati è quindi la dimostrazione che la lotta paga, un caso rarissimo, specialmente in Calabria. È questo il motivo per cui il Quotidiano ha titolato sabato in prima pagina a sei colonne, come si dice in gergo, l’annuncio di Occhiuto. Perché Cariati è una storia che chiama anche Siderno e la sua casa della Salute, Paola e la sua chirurgia, Acri e suoi posti-letto.

La gestione della Sanità è argomento regionale (andrebbe scritto tutto maiuscolo), prende il 76% per cento del bilancio, una cifra mostruosa in relazione alla qualità del servizio. Non ci sono le Calabrie al plurale, non c’è lo Stretto: siamo tutti dentro gli stessi confini, c’è bisogno di un monitoraggio sulle scelte politiche che può essere affidato solo a gruppi come Comunità competente, ad associazioni come Le Lampare. E naturalmente a un giornale come questo, se manteniamo la promessa fatta da Massimo Razzi: informazione libera, oltre ogni lobby e ogni Loggia. Per tutto questo, non crediamo che quello di Roberto Occhiuto sia un annuncio pre-elettorale. È sicuramente cosciente della figuraccia europea che farebbe in caso di stop, quel post su Instagram diventerebbe per l’opposizione un video-meme da sventolare a ogni seduta. “Da oggi è aperto il nuovo Pronto Soccorso dell’ospedale di Cariati”, tutto in maiuscolo con dedica a Roger Waters, che aveva tifato per la cittadina calabra, e musica dei Pink Floyd (LEGGI LA NOTIZIA). Magari è stato trionfalismo, ma gli va data atto di un’attenzione sulla cura delle persone che credevamo svanita negli ultimi anni.

Detto questo, abbiamo le ambulanze e non gli autisti, abbiamo il Pronto Soccorso e non il rianimatore e l’anestesista. Cariati resta campo centrale, nel nome di tutte le emergenze. E se vince la protesta di Cariati, hanno vinto tutti i calabresi. Mettiamo in frigo un Cirò bianco, che nasce un po’ più a sud, ma per ora niente brindisi e niente musica.

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