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Giacomo Saccomanno, commissario della Lega in Calabria

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COSENZA – La vicenda dell’emendamento al Decreto legge “Ripartenza” (52/2021) al di là dei cavilli giuridici e di qualche interpretazione errata, ha avuto un grande merito: quello di riaccendere i riflettori sulla disastrosa situazione contabile della sanità calabrese.
Come si ricorderà il Dl Ripartenza è in discussione presso la commissione Affari sociali della Camera.

La relatrice del provvedimento, la grillina Angela Ianaro, ha proposto un emendamento all’art. 11 bis che sostanzialmente sposta di un altro mese il tempo a disposizione del Ministero della Salute per approvare i bilanci e gli atti aziendali delle Asp nel caso l’iter ordinario non vada a buona fine. Il percorso ordinario, disposto dal Decreto Calabria, recita che questi atti devono essere approvati dai manager entro 90 giorni, pena la loro decadenza.

Trascorso inutilmente questo termine tocca al commissario per il piano di rientro farlo, entro i successivi 30 giorni. Se nemmeno il commissario riesce allora entra in campo il Ministero. La formulazione originale dà al Ministero altri trenta giorni, l’emendamento mira a spostare questo termine e non interviene quindi, come è evidente leggendo gli atti, sulla decadenza dei manager fra cui quello dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La regina, che è decaduto, a norma di legge, l’11 aprile scorso con tutto quello che comporta rispetto alla validità degli atti sottoscritti da quella data in poi.

Tornando invece al Ministero anche questo tentativo di allungare i termini non sembra avere molto senso. La nuova legge potrebbe dare anche mille giorni di tempo, ma con lo stesso risultato. Ricostruire i bilanci di aziende come quella di Cosenza (senza dal 2018) o di Reggio Calabria (ferma da ancor prima) è utopia. Ci hanno provato manager, commissari, società di revisione contabile, esponenti prefettizi. Niente.

E’ evidente allora che serve una soluzione politica a questa vicenda. Ne è consapevole il commissario regionale della Lega, Francesco Saccomanno. «Gravissimo l’emendamento per salvare Speranza – ha detto ieri – Assistiamo all’ennesima azione di palese violazione della legge per l’evidente incapacità dei commissari nominati e dello stesso Ministero a rispettare la norma approvata con il Decreto Calabria. Sono anni che i bilanci dell’Asp calabresi non riescono a redigersi per la nota mancanza di adeguata documentazione e per essere stata la gestione molto ‘leggerà, favorendo anche ed a volte la ‘ndrangheta, tanto da non riuscire a comprendere cosa sia successo. Ma, intanto, il deficit aumenta e la Calabria è obbligata a versare somme non dovute e a rinnovare un gravoso mutuo».

«Danni rilevantissimi – sostiene ancora il commissario regionale del partito – per i calabresi e creati dai tanti incapaci commissari inviati dal Governo. Una situazione intollerabile che deve portare alla eliminazione del deficit che deve essere sopportato da chi lo ha creato e, nel contempo, appare indispensabile restituire la sanità ai calabresi, con la rimozione dei commissariamenti e con la decadenza di chi non è riuscito a fare il proprio dovere ed ha aggravato la già esistente gravosa situazione».

Ma Saccomanno dice anche un’altra cosa. Azzerare il debito non significa che tutto debba passare in cavalleria. Per questo chiede anche l’invio di una task force della Finanza per accertare eventuali responsabilità. «C’è chi ha speculato e tanto sulla salute dei calabresi – dice il leghista – non possiamo permettere che nessuno paghi per questa situazione».

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