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COSENZA – Mercoledì prossimo una delegazione di 9 sindaci calabresi andrà dal ministro della Salute, Roberto Speranza per consegnargli un documento sulla situazione del settore nella regione. Fra loro ci sarà il sindaco di San Giovanni in Fiore, Giuseppe Belcastro.

«La sanità in Calabria – spiega – come ormai è noto a tutti, è in coma profondo. La gestione commissariale che va avanti dal 2009 non ha prodotto i risultati che tutti auspicavamo, anzi le cose si sono aggravate notevolmente per responsabilità precise dei governi Renzi e Gentiloni e poi con il varo del decreto Calabria del governo Conti 1, è arrivato il colpo di grazia definitivo alla sanità della nostra Regione. L’assemblea dei sindaci della provincia di Cosenza e il direttivo regionale dell’Anci – aggiunge Belcastro – avevano chiesto con determinazione un incontro al ministro proprio per chiedere direttamente all’esponente del governo un’assunzione di responsabilità immediata per cercare di uscire da una situazione ormai diventata insostenibile. Gli ospedali e la medicina del territorio non sono più in grado di garantire i livelli essenziali di assistenza».

La situazione, spiega, «è ancora più drammatica negli ospedali di area disagiate. Oltre alla carenza endemica di attrezzature mancano i medici e personale paramedico. Al ministro – dice – consegneremo un documento approvato all’unanimità da Anci e conferenza dei sindaci della provincia di Cosenza dove si chiede, come primo passo – prosegue Belcastro – il superamento della gestione commissariale; di procedere all’Asp all’immediata assunzione del personale mancante affinché la sanità possa tornare a dare i servizi ai calabresi. Bisogna riconoscere al ministro – ha sostenuto Belcastro – di aver immediatamente risposto alla richiesta di Anci e sindaci. Ora ci aspettiamo risposte certe e tempestive. La sanità calabrese deve diventare una priorità per il governo centrale altrimenti la situazione diventerà irrecuperabile. Le altre regioni in regime commissariale – conclude – Belcastro – dove le funzioni di commissario ad acta sono state poste in capi ai Presenti delle regioni sono riuscite ad rientrare nella normalità. Qui da noi si è preferito affidare la gestione a chi non conosceva la nostra terra e i risultati sono sotto gli occhi di tutti».

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