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CORIGLIANO ROSSANO (COSENZA) – La convenzione per inviare i pediatri al punto nascite dell’ospedale di Corigliano/Rossano ancora non c’è. E ad una settimana di distanza il caso della chiusura del reparto, poi frenato da una disposizione dell’Asp, ancora tutto tace. Il sindaco Flavio Stasi è pronto a riunire la conferenza dei sindaci con un obiettivo: chiedere le dimissioni del commissario Saverio Cotticelli. Ma il primo cittadino va oltre: questo caso è una scintilla «per una rivolta dei sindaci e dei cittadini di tutta la Calabria».

Stasi lancia un appello a tutti, invita ad uscire dai confini territoriali, a restare ancorati alle problematiche, seppur drammatiche, delle singole strutture. Da Reggio a Locri, passando per Polistena, Catanzaro e su fino a Castrovillari. Stasi chiede una sollevazione unanime contro il sistema Calabria, lo schema dei commissariamenti, la burocrazia sanitaria in uno degli anni più critici di sempre.

«Una situazione assurda – dice Stasi sulla questione pediatri – è tragico che un’azienda non riesca a mandare un medico in una situazione così d’emergenza». Una settimana fa il direttore dello spoke aveva disposto la chiusura del reparto di Pediatria, sbarrando di fatto il punto nascite, il pronto soccorso pediatrico e il reparto di ostetricia e ginecologia. la ragione resta sempre quella: mancanza di medici. Una decisione stoppata immediatamente dalla reggente dell’Asp Erminia Pellegrini, che nel documento di sospensione del provvedimento cita una convenzione per l’invio di medici con la formula della prestazione aggiuntiva. Quei camici bianchi, ancora oggi, non sono arrivati. E così chi oggi si trova tra i corridoi «tiene botta con turni al limite della legalità – dice Stasi – lavorano senza sosta pur di tenere aperto il reparto».

Che fine hanno fatto le assunzioni autorizzate da Cotticelli non si sa. O meglio: lo stesso commissario aveva ribadito che in periodo elettorale «non si possono espletare concorsi». «Non me ne importa – aggiunge il sindaco – poso capirlo sugli aspetti burocratici ma qui la gente sta male. Servono medici e subito: è assurdo che in provincia di Cosenza ci siano quattro pediatri con un punto nascite e altri sette senza. Che cosa fanno lì? Bisognerebbe trasferirli subito, non farne una questione di coperture politiche». In altre parole qualcuno starebbe “rinunciando” al trasferimento, altri invece sarebbero “frenati” dal primario di turno. C’è poi il fatto che un concorso per Corigliano/Rossano c’è, ma è congelato da prima dell’estate: «Era per due pediatri, ma è ancora fermo. Perché?».

Stasi insiste e si rivolge direttamente al commissario: «O ci manda i medici o si dimettesse», non esistono mezze misure. Anche perché l’ospedale ha sì il caso di pediatria, ma complessivamente se la passa piuttosto male ovunque. Al Pronto soccorso è carenza totale di personale, a Chirurgia c’è il caso degli anestesisti mancanti, poi Ortopedia, Nefrologia. «Tutta la struttura – insiste Stasi – se la passa malissimo e così non si può andare avanti. Ieri ci hanno detto che è in via di conclusione una convenzione con una associazione per l’invio di pediatri, ma in ogni caso non è questa la soluzione».

Insomma, l’urlo del sindaco è un appello a tutti i sindaci calabresi «ad unirsi in questa battaglia senza pensare solo al proprio territorio. La richiesta di dimissioni verso il commissario è lo strumento con cui i calabresi devono affermare il fallimento dei modelli di gestione e di riforma attuati negli ultimi anni in Calabria. I governi centrali non hanno mai fatto una analisi seria di ciò che accade in Calabria pensando che gli sprechi fossero gli ospedali. E mentre hanno chiuso le strutture, gli sprechi ed i debiti sono rimasti e il livello di assistenza è peggiorato».

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Francesco Ridolfi

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