Luciano Vigna
2 minuti per la letturaCOSENZA – «Luciano Vigna, l’ex tragico assessore al bilancio della città di Cosenza che ha portato le casse del comune in default, con un buco di svariate centinaia di milioni di euro, ora viene premiato per i suoi “brillanti” risultati: si trova a ricoprire il doppio incarico di direttore della Fondazione Calabria Film Commission e di Capo di Gabinetto del Presidente della Giunta regionale». Lo afferma Carlo Tansi, presidente e fondatore del movimento civico Tesoro Calabria, aggiungendo «una concentrazione di potere nelle mani di una sola persona che farebbe storcere il naso a chiunque. E, infatti, la legge lo vieta! La legge regionale 16 del 2005 dispone che nell’ufficio di Gabinetto non può essere utilizzato chi “sia componente di organi statutari di enti, aziende o società regionali o a rilevante partecipazione regionale”, proprio come risulta essere la Film Commission. Certo, Vigna nell’istruttoria che ha portato alla sua nomina a Capo di Gabinetto ha presentato una autocertificazione in cui afferma di non versare in alcuna causa di incompatibilità. Ma non basta una dichiarazione farlocca per mettere sotto il tappeto la questione».
Secondo Tansi, «il direttore della Film Commission ha il potere di nominare consulenti, verifica i rimborsi spese, gestisce le procedure di assunzione e reclutamento del personale e gestisce amministrativamente le procedure di concessione di contributi, acquisizione lavori, servizi, forniture, verifiche e controlli. Mentre il Capo di Gabinetto della Giunta regionale cura la trattazione degli affari connessi con le funzioni del presidente».
Difatti, sostiene ancora Tansi, «l’articolo 18 dello Statuto della Fondazione chiarisce che la Regione Calabria esercita attività di vigilanza (e la Giunta regionale sovrintende all’ordinamento ed alla gestione) nei confronti della Fondazione stessa. Per questo Vigna non può ricoprire il ruolo di controllore e controllato e, pertanto, la logica (e la legge) vorrebbe che si dimettesse subito».
Tansi ha, quindi, affermato: «Capiamo che la sete di potere e l’attaccamento alla poltrona – unita alla totale indifferenza di un’opposizione consiliare complice di questo squallido sistema di potere (DEMA e M5S compresi), tende a non mutare mai lo status quo e l’incancrenirsi di sacche di privilegi, ma è giunta l’ora di far prevalere la normalità politico, amministrativa a favore dei calabresi a fronte della prepotenza esercitata da questi oligarchi cosentini».
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