Mario Franchino
3 minuti per la letturadi MARIO FRANCHINO
Ancora una volta devo apprendere dalla stampa che Italo Reale ha dichiarato decaduta la mia candidatura.
Se tutto questo non riguardasse la mia appartenenza e militanza storica sempre a sinistra, dal PCI, al PDS, ai DS e adesso al PD e non riguardasse una Regione da sempre martoriata e abbandonata come la Calabria, il tutto potrebbe essere derubricato ad una farsa, potrebbe essere il set di: “Scherzi a Parte”. Purtroppo non è così!
Il PD calabrese da tre anni commissariato, è ridotto ormai, anche e soprattutto per le responsabilità delle correnti romane e con la complicità attiva di pseudo dirigenti calabresi, in una condizione di forza politica ed istituzionale marginale ed ininfluente, desertificata organizzativamente in cui sono state recise le radici storiche che nei territori avevano reso forte e radicata la sinistra. Conseguenza ultima di questo disastro, come già denunciato, era ed è l’organizzazione di un congresso farsa per acclamazione di un candidato unico (Irto) che avendola accettata si rende corresponsabile sia delle condizioni comatose in cui versa il PD calabrese, sia di non essere un segretario democraticamente eletto dai Calabresi e per i Calabresi, ma semplicemente un commissario a disposizione delle correnti romane finalizzato alla lottizzazione dei posti a sedere in parlamento.
Ho tentato attraverso la mia candidatura di evitare l’ingannevole plebiscito consumato anche con la complicità di silenti calabresi sempre in guerra tra loro, ma sempre pronti ad accordarsi pensando così di tutelare posizioni ed ambizioni di mero potere personale per dividersi le misere spoglie di quel che resta della gloriosa tradizione della sinistra calabrese e del PD. La mia candidatura è stata avanzata per contribuire a determinare le condizioni di un confronto democratico e partecipato ed offrire così l’occasione per un dibattito congressuale politico vero, pubblico e trasparente. Un congresso vero dove ognuno, prima di far prevalere la forza dei miseri numeri di un partito ormai esangue, si assumesse le proprie responsabilità e si impegnasse nello sforzo comune di ricostruzione e rigenerazione del PD e del Centro Sinistra in Calabria.
Siamo profondamente convinti che sia necessaria una vera e propria opera di ricostruzione di un soggetto politico che nel corso di questi ultimi anni è stato oggetto di un’azione distruttiva e per questo abbiamo pensato di metterci a disposizione con generosità e senza altri scopi reconditi.
Tutto questo, purtroppo mi è stato impedito e ci è stato impedito dalla protervia burocratica di un Commissario Regionale e di quanti con lui, magari nascondendosi, hanno pensato e pensano di utilizzare la Calabria per ritagliarsi qualche candidatura alle ormai prossime elezioni politiche.
La cosa ancora più grave è che in questo opera distruttiva hanno trovato qualche fido scudiero pronto ad assecondare i loro spregiudicati disegni e ad eliminare coloro che vi si oppongono riducendoli al silenzio attraverso epurazioni staliniane.
Di fronte a tutto ciò non capisco come si possano coniugare le agorà proposte dal segretario Enrico Letta di allargamento della partecipazione per la costruzione di un fronte largo, con l’impedimento ad un reale confronto congressuale di fatto imposto attraverso la esclusione della mia candidatura alla segreteria regionale, ai tanti iscritti e militanti che in queste settimane mi avevano e mi hanno incoraggiato e sostenuto con l’auspicio di poter ritrovare le motivazione per la rigenerazione del PD in Calabria.
Nel corso della conferenza stampa, che si terrà oggi a Cosenza, avrò modo di informare l’opinione pubblica in modo dettagliato su fatti e retroscena che caratterizzano la gestione del partito in Calabria.
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