Il Comune di Cosenza
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COSENZA – Circa 2mila euro d’aumento nel 2022, che diventeranno quasi 5mila nel 2024. Cresce l’indennità del sindaco di Cosenza (come quella dei suoi colleghi in tutta Italia) e crescono, di conseguenza, i compensi di tutti gli amministratori. È l’effetto di una norma contenuta nella legge di Bilancio dello Stato per il 2022 (commi 583-587), che ha adeguato (all’insù) le indennità degli organi di governo dei Comuni, ferme al 2000 e ridotte del 10% dalla Finanziaria nel 2006.
Gli aumenti sono consistenti. I compensi vengono parametrati al trattamento economico dei presidenti delle Regioni, pari a 13.800 euro lordi al mese. I sindaci delle città metropolitane, dal 2024, prenderanno la stessa cifra dei governatori, per gli altri si scalerà, in base al numero di abitanti e allo status della città (se è capoluogo o meno).
A Cosenza, a regime, l’indennità del sindaco sarà pari al 70 per cento dell’indennità del presidente di Regione, quindi 9.660 euro. La norma prevede poi che in sede di prima applicazione l’aumento sia graduale. Per il 2022, quindi, l’indennità sarà adeguata al 45 per cento (calcolato sulla differenza tra la vecchia e quella in vigore dal 2024) e il prossimo anno al 68 per cento.
LE NUOVE INDENNITÀ – Applicando la nuova norma, gli uffici comunali hanno rideterminato le indennità degli amministratori di Palazzo dei Bruzi. A Cosenza, quindi, il compenso del sindaco passa da 4.700 euro circa a 6.826 nel 2022 (e diventerà 8.011 nel 2023 e 9.660 nel 2024). Il vicesindaco, che fino al 2021 ha percepito un’indennità di 3.500 euro, riceverà nel 2022 5.120 euro (6.008 il prossimo anno e a regime, dal 2024, 7.245).
Per assessori e presidente del Consiglio l’indennità fin qui erogata era pari a 2.800 euro circa. Passerà a 4.096 euro nel 2022 e salirà a 4.806 nel 2023 e a 5.796 nell’anno successivo. La determina dirigenziale, con le nuove cifre, è stata pubblicata due giorni fa.
Alla copertura dei maggiori oneri a carico dei Comuni contribuirà lo Stato che ha stanziato 100 milioni per il 2022, 150 milioni per il 2023 e 220 milioni a decorrere dal 2024. Il fondo sarà ripartito tra i Comuni dal ministero dell’Interno, di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze, ma nel frattempo gli aumenti sono già in vigore con decorrenza primo gennaio 2022.
COSA CAMBIA PER I CONSIGLIERI
C’è un impatto anche sugli emolumenti dei consiglieri. Il gettone, percepito per ogni seduta di Consiglio o commissione, resta lo stesso (a Cosenza è 35 euro circa), ma crescendo l’indennità del sindaco, salirà la soglia massima che possono raggiungere ogni mese e che è pari – come ricorda anche la determina – a un quarto dell’indennità del primo cittadino. Fino al 2021 il più stacanovista dei consiglieri comunali non poteva superare la soglia di 1.200 euro circa al mese. Nel 2022 il compenso massimo mensile arriverà a 1.700 euro. E nel 2024 a 2.400 euro (ipotesi di scuola: per raggiungerla bisognerebbe presenziare a 69 commissioni, più di 2 al giorno, weekend compresi).
«CIFRE ASTRONOMICHE»
Poche, finora, le reazioni. Tra queste si registra il commento della consigliera Bianca Rende che definisce i nuovi compensi «astronomici (spesso anche in rapporto alla produttività del ruolo) per una città medio piccola come Cosenza, in cui le situazioni di vera e propria emergenza economica e finanziaria sono all’ordine del giorno e continuamente sottoposte alla nostra attenzione. Se non si può discutere l’adeguamento, proporrei di rivedere almeno il quantum, riconducendolo a cifre maggiormente rapportabili alla realtà in cui viviamo, che conosce storie di autentica disperazione».
LA PROPOSTA DI IDV
Certo, l’adeguamento delle indennità non è forse la misura più popolare del momento, tra crisi economica, inflazione e carobollette. E così Italia dei Valori cala la sua proposta a sindaco e amministrazione, suggerendo di rinunciare agli aumenti e versarli in un fondo Welfare. Non è detto, però, che il cambio di destinazione sia fattibile. Nel 2020 la Corte dei Conti della Liguria ha negato questa possibilità a un comune della regione (i piccoli municipi avevano ottenuto all’epoca un incremento). Le somme del contributo statale non utilizzate – e la stessa formula si ritrova nell’ultima Legge di Bilancio per la nuova misura – vanno restituite allo Stato.
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