Ernesto Magorno, sindaco di Diamante e senatore di Italia Viva
3 minuti per la letturaCOSENZA – Oggi una delegazione dei 500 sindaci che hanno sottoscritto l’appello Recovery Sud è in piazza a Napoli per chiedere trasparenza sulla ripartizione delle risorse del Next Generation UE. Ne abbiamo parlato con Ernesto Magorno, sindaco di Diamante e senatore di ItaliaViva che si è fatto spesso portavoce in Parlamento delle istanze del movimento.
Recovery, è un problema di soldi o di progettualità?
«Piuttosto di approccio politico, ecco perché oggi saremo a Napoli – una delegazione di 500 sindaci – per dare il segno di una mobilitazione permanente del Sud che, anche simbolicamente nel giorno della Liberazione, chiede di rimuovere tutti quegli ostacoli oggettivi che in decenni hanno inchiodato il Meridione a un destino di sottrazioni e povertà. Il Recovery rappresenta l’ultima vera occasione di riscatto, d’altro canto nelle prime trattative con l’Ue il criterio dei parametri economici e occupazionali era stato posto come centrale nella distribuzione delle risorse e degli investimenti».
Ed invece ci troviamo con la quota del 40%. Secondo Lei è appropriata?
«Noi chiediamo che i fondi siano destinati a interventi strutturali e permanenti, che possano spaziare dalla logistica e alle infrastrutture a una svolta green ed ecosostenibile nella rigenerazione delle nostre realtà urbane a un’iniezione di opportunità concrete per il mondo imprenditoriale. Rispetto a questi obiettivi, la quota del 40% appare evidentemente insoddisfacente e lontana da uno standard di riequilibrio territoriale e storico che richiede ben altri investimenti»
Però c’è un altro problema. Tanti fondi europei destinati al Sud non vengono spesi. Visto che oggi scenderete in piazza, voi sindaci siete in grado di cogliere la sfida?
«Nella filiera della spesa dei fondi comunitari il problema non sono mai state le amministrazioni di prossimità, che al contrario nella stragrande maggioranza dei casi fanno miracoli per garantire il livello dei servizi a fronte di una sistematica diminuzione dei trasferimenti. Fra l’altro le nuove figure previste dal maxi concorso alle porte saranno di grande supporto sul piano organizzativo delle macchine amministrative e burocratiche. Non credo proprio che il problema possa essere la capacità di spesa dei Comuni»
Impossibile, di questi tempi, non parlare di sanità che scricchiola in tutto il Sud in Calabria ancor di più. Su questo cosa chiedono i 500 sindaci?
«La Calabria ha urgenza di chiudere il capitolo del commissariamento che in dieci anni non ha risolto un problema, anzi è stato un generatore di sprechi, disservizi e impoverimento della qualità assistenziale in Calabria. Le drammatiche ore che stiamo vivendo sul fronte dell’emergenza Covid, con centinaia di contagi e numerosi decessi anche fra giovanissimi, ci dicono che la strada maestra è quella degli investimenti mai realizzati finora su case delle salute, ospedali di montagna, rete territoriale dell’assistenza»
Prima parlava di infrastrutture. Ma l’Alta Velocità fino a Reggio Calabria l’avremo o no?
«Con il Recovery sono stati fatti passi in avanti molto importanti sull’Alta velocità da Salerno a Reggio Calabria, perché il progetto prevede non un semplice ammodernamento ma la realizzazione vera del collegamento veloce ferroviario. D’altro canto la vera anomalia è che finora l’Alta velocità abbia tagliato fuori una parte del Paese, è un’ingiustizia a cui si pone rimedio perché un Mezzogiorno che cresce rappresenta un’opportunità per il paese e per l’intero bacino del Mediterraneo»
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