Il sindaco di Rende Marcello Manna
3 minuti per la letturaCATANZARO – In occasione del consiglio regionale Anci tenutosi a Catanzaro, il sindaco di Rende Marcello Manna ha voluto indirizzare una missiva ai suoi colleghi motivando la momentanea impossibilità a poter partecipare attraverso una serie di riflessioni, è scritto in una nota, «su intercettazioni “a strascico” e rapporto tra malagiustizia e amministratori della cosa pubblica».
«Accade ormai troppo spesso – afferma – che la vita amministrativa e politica di un ente, quale è il Comune, sia temporaneamente interrotta per inchieste giudiziarie. E’ quello che sta accadendo alla amministrazione comunale di Rende, che ha ricevuto, per ben due volte, parziali provvedimenti interdittivi. La citata misura è stata applicata per il reato di turbata libertà degli incanti, relativa alla gara per l’aggiudicazione della gestione del Centro Minori. Devo precisare che la cooperativa “il Melograno” gestiva già prima del mio insediamento il Centro Minori. Le gare che si sono svolte hanno visto sempre e solo tale cooperativa partecipare. Si tratta evidentemente di un settore assolutamente non redditizio e per il quale sono richieste particolari figure specialistiche. La prima gara è andata deserta e alla gara successiva ha partecipato soltanto la cooperativa il Melograno. Mai sono intervenuto con chi si è occupato di predisporre la gara, nè direttamente nè indirettamente. Lo comprovano le infinite intercettazioni telefoniche e ambientali alle quali sono stato, insieme con dirigenti e amministratori, sottoposto».
Una metodologia, quella delle intercettazioni “a strascico”, insiste Manna «nella quale si ascolta tutto quello che si può ascoltare, qualcosa verrà fuori! Una metodologia, quella degli inquirenti, che parte dalla individuazione dell’indagato, per poi trovare reati da contestare. Una inchiesta che vede effettuare prima le intercettazioni e successivamente, e non come previsto dalla legge, la iscrizione a notizia di reato. Una inchiesta che vede richieste di proroghe di intercettzioni in ‘fotocopià ed irregolarità procedurali che, a parere dei PM nel corso della udienza del Tribunale del Riesame, rappresenterebbero al più un illecito disciplinare. Come dire che le omissioni del nostro Paese se riguardano Sindaci o amministratori riguardano la materia penale, se fatta dagli inquirenti sarebbero eventualmente meri illeciti disciplinari. Contro tutto ciò personalmente combatterò con grande fermezza».
Non è tutto. «Una particolarità delle inchieste cui sono stato sottoposto – ricorda ancora Manna – riguarderebbe la regolarità delle elezioni amministrative del 2019. Il Tar di Catanzaro per ben due volte esclude tale teorema. A dire il vero lo esclude anche l’Autorità Giudiziaria di Salerno che ha effettuato, contro ogni regola sulla competenza territoriale, analoga inchiesta, pervenendo ancora una volta ad un nulla di fatto. Tre procedimenti ma, per come si vedrà, una sola matrice che utilizza separazioni di procedimenti e stralci».
Il tema giustizia ed il rapporto tra inquirenti ed amministratori è tema segnalato dal presidente dell’Anci De Caro al presidente del Consiglio Meloni e al ministro di Giustizia Carlo Nordio. «Solo una politica autorevole che può e deve provenire dai sindaci e dagli amministratori può incidere su questo percorso – conclude Manna – la difesa dei diritti Costituzionali, i presidi di democrazia e di libertà possono essere tutelati attraverso una incisiva azione che proviene da tutti noi. Sono certo che questo sarà un tema inclusivo e caratterizzante la politica di Anci Calabria».
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