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ACRI – Come accaduto cinque anni fa, Pino Capalbo l’ha spuntata al ballottaggio e si conferma sindaco di Acri. È il primo a essere stato eletto due volte consecutive dalla legge 81, quella della elezione diretta del primo cittadino. Ha ottenuto il 51,89 per cento dei voti (5.185) contro il 48,11 per cento di Natale Zanfini (4.808).
Troppo il divario da colmare rispetto all’esito del primo turno, quando tra i due contendenti c’era una forbice di oltre mille volti, che si traduceva in circa dieci punti di percentuale. In quella occasione Pino Capalbo non vinse al primo turno per soli 39 voti, mentre le liste collegate al sindaco uscente, e ora confermato, erano riuscite invece ad abbattere la soglia della maggioranza assoluta, ottenendo il 51,64%.
Questo è un dato che ha certamente inciso, considerato che, in caso di vittoria, Natale Zanfini non avrebbe avuto i numeri in consiglio comunale per governare e che con ogni probabilità si sarebbe tornati alle urne da qui a poco.
Quella appena terminata è stata una campagna elettorale ricca di tensioni, che in molte circostanze nulla avevano a che vedere con la politica, i programmi e il futuro della città. Anche grazie al contributo determinante dei social, si è spesso sconfinati nelle ingiurie personali, trasformando quello che doveva essere un confronto di idee in uno scambio di accuse.
Ora Pino Capalbo dovrà impostare il lavoro dei prossimi cinque anni e dovrà formare la squadra che lo affiancherà in questa nuova avventura. Egli stesso ha ammesso l’errore che cinque anni fa lo portò a nominare l’esecutivo in una settimana e ora ha espresso il proposito di prendersi più tempo per effettuare scelte ponderate. Ha parlato di circa un mese per scegliere gli assessori e trovare i giusti equilibri interni alla coalizione che ha vinto le elezioni.
Natale Zanfini e i suoi invece dovranno operare un’analisi critica sui motivi che hanno determinato la sconfitta. Occorrerà fare autocritica su taluni aspetti e fare squadra per una opposizione che avrà cinque anni per prepararsi a governare, cercando di non commettere gli stessi errori delle minoranze della prima esperienza Capalbo.
Assai diverso invece il discorso per Angelo Giovanni Cofone, che entra in consiglio comunale, ma ha definito incompatibile la sua identità politica con la coalizione che ha sostenuto Natale Zanfini, mentre per il candidato sindaco di “Alternativa per Acri”, quella che ha accompagnato la corsa di Pino Capalbo avrebbe tradito i valori della sinistra.
Tra le due liste a sostegno di Cofone c’era anche il Movimento 5 Stelle, al suo esordio ad Acri nelle elezioni Comunali. Quello ottenuto dai penta stellati è stato un risultato che definire deludente è un eufemismo, con poco più di trecento voti, poco sopra la soglia del 3%. È a rischio il futuro e la stessa sopravvivenza del movimento senza i necessari correttivi.
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