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Il Comune di Acri

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ACRI (COSENZA) – Nessun apparentamento in vista del ballottaggio. Domenica sarà Pino Capalbo contro Natale Zanfini, con gli stessi schieramenti a sostegno. Il mancato accordo di Zanfini con Angelo Giovanni Cofone, sostenuto al primo turno da Sinistra italiana e Movimento 5 stelle, non era affatto scontato, dopo le voci che si sono rincorse nei giorni scorsi. Cofone, nel tardo pomeriggio, in un comunicato ne ha spiegato le ragioni.

«Il candidato a sindaco della coalizione Alternativa per Acri, Angelo Giovanni Cofone – vi si legge – comunica che non c’è stato nessun apparentamento per il secondo turno di ballottaggio nelle elezioni amministrative della città, per la coerenza che ci ha contraddistinto in questa competizione elettorale e per il rispetto di un progetto politico autonomo e alternativo che sarebbe stato inficiato, sia pur da accordi tecnici. Rassicuriamo la cittadinanza acrese che svolgeremo appieno, con tenacia e determinazione il nostro lavoro di controllo e opposizione nel rispetto del ruolo a cui siamo stati chiamati dal sostegno di oltre 1200 cittadini. La nostra attività politica sarà sempre indirizzata per il bene della città e per la difesa degli interessi collettivi dei cittadini di Acri».

Alla fine quindi tutto è rimasto com’era. Si tratta dell’ennesimo passaggio di una campagna elettorale purtroppo ricca di veleni e disinformazione, con i social che hanno dato sfoggio del loro peggio. In passato in una sola occasione, nel 2000, vi era stato un apparentamento tecnico, quello tra Nicola Tenuta, per il centro-destra, che poi vinse le elezioni, e Raffaele De Vincenti, per Rinascita Democratica Popolare.

Successivamente vi furono, tra il primo e il secondo turno, accordi senza il timbro dell’ufficialità. Accadde nel 2005, tra Nicola Tenuta e Salvatore Ferrraro, e in questo caso Tenuta perse; e nel 2010, tra Gino Trematerra e Francesco Cilento, con la vittoria finale di Trematerra.

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