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PAOLA (COSENZA) – Una velenosa prosa politica ed elettorale, infarcita di feroci contestazioni, spesso diffamatorie, contro questo o quel candidato, è approdata da alcuni giorni sul social network Facebook, dove è molto semplice consumare reati d’opinione e restare impuniti, spesso utilizzando profili falsi. E’ recente, ad esempio, lo scambio di accuse velenosissime tra politici di coalizioni contrapposte, un botta e risposta su bacheche personali che sottolinea con enfasi fatti privati e che poco ha di politico, di interesse pubblico.

A una prosa violenta dell’ex vice sindaco di centrodestra e attuale leader di Fratelli d’Italia, Francesco Sbano, sostenitore del candidato Giovanni Politano, è infatti seguita la durissima replica dell’ex assessore comunale Franco Fedele, facente parte, assieme al figlio Vincenzo, del gruppo che fa capo al ministro Roberto Speranza (Franco Fedele sostiene il candidato a sindaco Emira Ciodaro). L’impietoso botta e risposta infiamma una campagna elettorale che va oltre il fatto politico, generando commenti di vario tipo.

E che dire, poi, di cittadini che si nascondono dietro profili anonimi su Facebook, bastonando politici e candidati, vecchi e nuovi, anche con riferimenti privati, spesso pure potenzialmente diffamatori? Su queste vicende sono state presentate una serie di querele, anche se scarso appare l’interesse da parte di chi di dovere sui reati d’opinione legati a profili falsi. Spesso rappresenta ardua impresa anche solo trovare l’ufficio preposto a raccogliere una semplice querela di parte, tra un rimpallo di competenza (Paola e Cosenza) e un consiglio a “lasciar stare” (Cosenza) perché trattasi di profilo anonimo, difficile da identificare.

E poi ci sono le querele che vanno a buon fine, rifilate a soggetti identificati e con profilo Facebook noto. E’ dei giorni scorsi, ad esempio, una presunta diffamazione ad opera di soggetto politico locale di cui la maggioranza uscente chiede la punizione alla Procura. Anche in questo caso, si leggono accuse di falsi scambi di favori elettorali e accordi corruttivi. Fatti chiaramente inventati di sana pianta da passatempisti del social network che credono di essere Padreterni per la presenza di un avvocato in famiglia, peraltro poco noto.

La campagna elettorale, dunque, sta riservando sorprese e veleni, e in tanti sperano in un confronto più pacato, basato esclusivamente sui temi e sui programmi. Vediamo se ciò accadrà

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