Valerio Formisani
3 minuti per la letturaSi potrebbe definire l’ultimo dei Mohicani. Il suo candore intellettuale mette quasi a disagio. La sua determinazione fa sperare in un mondo migliore, mentre la “vera vocazione” di medico inneggia alla vita
Valerio Formisani
D. Da medico e attivista della sinistra radicale cosentina a candidato a Sindaco di Cosenza per la seconda volta.
R. Sono i partiti che appoggiano la mia candidatura bis a sindaco di Cosenza. Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Verdi e il mondo dell’associazionismo cattolico e laico. Questa è una fase molto delicata per Cosenza, più di cinque anni fa. Sono in arrivo tantissime risorse che devono essere impegnate in modo preciso, responsabile ed equilibrato, evitando la dispersione.
D. Quali criteri ha usato per scegliere i candidati in lista? E cosa non ha mandato giù della giunta guidata da Occhiuto?
R. La conoscenza personale, le professionalità utili alla causa e la vicinanza ai partiti. Una lista di brave persone, questo il nostro green pass per entrare nel palazzo comunale. Ho trovato Mario Occhiuto arrogante e poco disponibile al confronto con la città. Se tremila cittadini sottoscrivono che non vogliono la metro, un sindaco li deve ascoltare. Occhiuto prima ha appoggiato il No alla metro, poi, al secondo mandato, ha fatto retrofront. A proposito, mai i soldi destinati alla metro poi che fine hanno fatto? La città aspetta ancora una risposta.
D. L’ambulatorio medico “senza confini” è in essere?
R. Si. Sono due sedi: una di fianco all’Inapli, l’altra al centro storico, in via Gaeta. Ci occupiamo degli “ultimi”, a prescindere dall’etnia e dal credo. Con l’equipe multidisciplinare diamo risposte a chi ha subìto torture e violenze psicofisiche. Primo centro nel Meridione e di questo siamo orgogliosi. I trattamenti eseguiti sono totalmente gratuiti. E tra i nostri partner c’è la Casbah, l’Asp, la Provincia e l’Auser.
D. Se diventasse sindaco, quale sarebbe la prima azione di governo che farebbe?
R. Dopo un’attenta rendicontazione delle casse comunali, di cui faremmo totalmente partecipi i cittadini, passeremmo alla riorganizzazione e stabilizzazione del personale. Per noi al centro di tutto c’è lo stato sociale, il welfare. Prevediamo il ripristino dei servizi fondamentali per le famiglie: asili nido, assistenza anziani, supporto ai disabili. Rendere di nuovi pubblici alcuni servizi essenziali: acqua, rifiuti e difesa dell’ambiente.
D. Nel suo programma grande spazio al Welfare. Perché per lei ha tanta rilevanza questo tema?
R. Nel corso dell’emergenza sanitaria da COVID-19 non sono state sufficienti le risorse dei fondi dello stato sociale. Molti nella nostra città hanno perso il lavoro, altri sono stati senza stipendio perché percepivano salari in nero. E poi ci sono i cittadini che avrebbero sofferto anche la fame se non ci fossero state
associazioni che si sono sostituite ai servizi comunali, assicurando pasti e spese alimentari. Invece, tutti devono avere pari dignità sociale e, sicuramente, devono essere sostenuti in caso di necessità.
D. Nel gioco della torre deve scegliere chi buttare: Bianca Rende o Francesco De Cicco? Tra i due Caruso, Franz e Francesco? E tra Gallo, Civitelli e Pichierri?
R. Nessuno di loro. Mi creda, se proprio costretto, mi butterei io senza esitazione, perché a differenza delle apparenze, sono capace di azioni temerarie. In effetti, non li conosco bene, ma ho ben chiari i loro percorsi. Molto distanti dal nostro.
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