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Francesco Caruso

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Si presenta come il sindaco del fare e della crescita. Figlio d’arte e con esperienza amministrativa con determinazione Francesco Caruso punta ora a guidare la stanza dei bottoni di Palazzo dei Bruzi.

FRANCESCO CARUSO

D. Il suo progetto di governo comunale è di continuità e nel solco del sindaco uscente. Un’eredità difficile?
R. Certamente, raccogliere questa eredità è per me un grande onore e anche una grande responsabilità. Il mio percorso politico è iniziato dieci anni fa alle amministrative del 2011, quando la città sembrava risvegliarsi dopo un periodo in cui era stata dormiente. Mi sento orgoglioso per aver partecipato attivamente a questa nuova primavera bruzia. Nel secondo mandato di Mario Occhiuto ho ricoperto i ruoli di vice sindaco e assessore con deleghe alla Riqualificazione urbana e al Bilancio. Con Mario ho sempre avuto un rapporto di rispetto, sintonia e affiatamento, maturato su un piano paridignitario. Ne ho seguito fianco a fianco i progetti, le tante opere realizzate, la visione ampia e complessiva di una città da lasciare alle future generazioni migliore di come l’avevamo trovata. Proseguire lungo questa strada è sicuramente un’eredità difficile ma per certi versi naturale.    

D. Il ricordo di suo padre Roberto appartiene alla destra. Cosa ha ereditato da lui umanamente e politicamente. Lei si sente di destra?
R. La mia storia è quella di un cosentino che proviene da una famiglia nella quale da sempre è alto il senso del rispetto per le istituzioni ed è autentico il nobile interpretare dell’agire e dell’azione politica. Io ho seguito mio padre Roberto nella sua carriera, ho respirato politica fin da bambino. Ma per noi una cosa è stata sempre certa e chiara: la politica non può essere un mestiere e nemmeno un patrimonio da trasferire in via ereditaria in una logica nepotistica del potere, è prima di tutto un servizio per la collettività. Io mi sento figlio di una destra di valori, quella praticata da Roberto Caruso nel suo cammino di uomo e di politico, Il suo nome è entrato nella memoria collettiva di tutti i calabresi. Mio padre ha costituito sempre un riferimento per i cittadini liberi, senza guinzaglio, dotati dispirito critico e di coscienze autonome i quali, con un forte senso di dignità, vivendo del proprio lavoro e dei propri sacrifici, fanno continuamente da contrappeso al degrado e al declino del mondo circostante, contrapponendo il rispetto e la lealtà ai comportamenti beceri, all’arroganza, alla prepotenza, alla presunzione. 

D. Che idea di città ai cosentini propone se la dovessero votare?
R. Una città sempre più sostenibile e a misura d’uomo. Pensata per le persone e non per le macchine. Una città dove utilizzare facilmente i mezzi alternativi, come i pullman, le bici e le auto elettriche. Una città con un grande polmone centrale, quale è il Parco del benessere, e di strade che funzionino da bretella a decongestione del traffico che vogliamo ulteriormente limitare grazie alla creazione di ben 14 hub di scambio collocate in punti strategici di accesso all’area urbana Cosenza-Rende. E poi una città, fra le tante altre cose, che vedrà da parte nostra azioni sempre più incisive nel Welfare a sostegno delle famiglie che oggi si ritrovano ancora più in difficoltà a causa della pandemia.  

D. Mi dice il criterio adoperato per scegliere i candidati della sua lista?
R. Un criterio generale legato alle motivazioni e alla condivisione del programma. Nel caso dei partiti, la scelta per la composizione delle liste che sostengono la mia candidatura va ricondotta all’appartenenza di ideali e al meticoloso lavoro che hanno svolto in autonomia. Mi sembra pure superfluo sottolineare che alla base, per ogni singola lista, si parte da principi di onestà e trasparenza.   

D. Che grado di preparazione politica ha ogni suo candidato? 
R. Si tratta di persone che partecipano largamente alla vita della città e di riflesso alla politica che caratterizza i cambiamenti in atto a Cosenza. Posso senz’altro affermare che il grado di preparazione è medio-alto. Sono candidati stimolati dalla rivoluzione che abbiamo attuato e profondamente motivati a proseguire lungo questo percorso, scongiurando il rischio di un ritorno al passato. Nelle liste a mio sostegno, oltre a tanti giovani, compaiono anche assessori e consiglieri comunali uscenti, dunque conoscitori della macchina amministrativa e dei meccanismi della Giunta e del Consiglio. 

D. Non la infastidisce che l’opinione pubblica indichi Mario Occhiuto come il vero sindaco?
R. Non mi lascio infastidire da chi insinua e muove diffamazioni che qualificano chi le fa e non chi le riceve. Sa cosa mi stupisce? Che noi cosentini, anzi, noi calabresi, ci lamentiamo sempre dei pregiudizi nei nostri confronti. Poi però siamo i primi ad avere pregiudizi verso i nostri conterranei. Come ho già avuto modo di dire, con Mario Occhiuto abbiamo sempre portato avanti un rapporto pari dignitario ed abbiamo collaborato in sinergia e visionecomune. Non credo di dover rispondere oggi a chi mi offende perché non gli fa comodo conoscermi. Risponderò in seguito, soltanto con i fatti.



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