La manifestazione di Franz Caruso
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COSENZA – L’orgoglio della storia socialista che vuole tornare alla guida della città si respira tutto in piazza 11 settembre, mentre Franz Caruso apre la campagna elettorale per le amministrative. E pazienza se alla fine l’omaggio floreale al candidato non sarà un fascio di garofani ma di rose rosse (che pure è simbolo socialista, dalle vibes internazionali). Nell’ultimo trentennio i socialisti hanno affrontato lo stigma post Tangentopoli e si sono dispersi in mille rivoli, «ma oggi, qui, io li rappresento tutti» dice Franz Caruso, uno (dei pochi) che alla diaspora non ha preso parte, restando sempre dalla stessa parte.
«La mia candidatura è un riconoscimento alla storia di questa città, una storia che ha avuto come protagonisti uomini di grande valore come Mancini e Iacino e altri, anche non con ruolo di sindaco, che hanno dato slancio a una politica socialista che mette al centro di uno sviluppo della città la persona» dice Caruso, che per la prima uscita pubblica dall’avvio della campagna elettorale ha scelto di sottoporsi a un’intervista senza rete condotta dai giornalisti Arcangelo Badolati, Paride Leporace, Attilio Sabato.
IL DECENNIO OCCHIUTO
Caruso non boccia proprio tutto dell’amministrazione Occhiuto. «Ho apprezzato i primi cinque anni – dice – Anche se non abbiamo visto nulla di innovativo, ma la cantierizzazione e realizzazione dei progetti di Mancini. Il secondo quinquennio ha registrato una stasi, soprattutto culturale e sociale». È dal sociale che Caruso dice di voler ripartire. «Noi siamo socialisti, perché siamo a difesa degli ultimi. Creeremo le condizioni per una città che sia di nuovo solidale e inclusiva, con attenzione per le fasce deboli: anziani, bambini, malati, disabili, tossicodipendenti. E partiremo dalle periferie: il centro è bello e avrà cure e manutenzione, ma il mio programma parla solo delle periferie».
MASSONI E SPONSOR (E UNA FRECCIATA A TANSI)
«Non sono iscritto a nessuna associazione segreta – dice Franz Caruso, rispondendo a chi lo etichetta come candidato della massoneria – pur avendo rispetto per una storia che ha coinvolto anche esponenti della mia famiglia».
E cosa risponde invece – chiede Leporace, vicedirettore del Quotidiano del Sud – a chi lo accusa di aver dietro i volti noti della politica cosentina, come Nicola Adamo? «Io guido una coalizione che è frutto di elaborazione politica – dice l’avvocato – Sono un politico onesto, corretto e leale, che accetta i consigli e l’aiuto di tutti quelli che la pensano come me. Non ho persone ‘dietro’. Ho persone, uomini e donne, che lavorano accanto a me, per realizzare un progetto condiviso per la città». Qui arriva anche la frecciata a Carlo Tansi, che in più occasioni ha detto di non aver voluto sostenere Franz Caruso perché espressione della vecchia politica. «Si tratta di strumentalizzazioni becere che arrivano da chi nel 2020 non è riuscito in autonomia a ottenere uno scranno a Palazzo Campanella e al quale purtroppo ora Amalia Bruni ha offerto un taxi per il Consiglio regionale».
I CINQUE STELLE
Altro tema, l’alleanza saltata con il M5S, in coalizione ora con Bianca Rende. Le ragioni dello strappo «dovrebbero spiegarle loro» dice Caruso. «So che c’è un dibattito acceso all’interno tra i parlamentari, che la pensano in un modo, e gli attivisti – continua – Ne è prova la lista incompleta che hanno messo su, con 21 candidati invece di 32: c’è difficoltà ad accettare una linea ondivaga. Per quanto mi riguarda spero di poter avere una interlocuzione con i 5 Stelle al ballottaggio».
IL GIARDINO DEGLI ANGELI
Nel programma di Caruso è prevista la riqualificazione del cimitero, con la realizzazione di percorsi botanici, e la nascita di un ‘Giardino degli angeli’ per i bambini mai nati. «Un’idea divisiva, non proprio di sinistra» fa notare Leporace. «Non so dire se sia o no di sinistra – risponde Caruso – L’abbiamo pensata con i giovani della mia squadra, che hanno intercettato un sentire della città. È un sentimento, più che una posizione politica».
LA PIAZZA
Nel pubblico tanti storici socialisti – Luigi Incarnato, Gianni Papasso, Ermanna Carci Greco, Tonino Mundo –, insieme agli alleati del Pd (accanto al palco Enza Bruno Bossio, Nicola Adamo, Carlo Guccione), diversi candidati consiglieri, qualche papà ex consigliere, come Antonio Ciacco, ora alle prese con la corsa elettorale del figlio.
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