Matteo Salvini e Mattia Lanzino sul palco del Teatro Rendano di Cosenza
3 minuti per la letturaCOSENZA- Matteo Salvini arriva a Cosenza e trasforma la presentazione della lista della Lega alle Comunali (è la prima volta assoluta) nell’incoronazione di Mattia Lanzino, il nipote del boss di Cosenza, eroe per caso che da giovane esordiente della politica cittadina diventa protagonista del dibattito politico e padrone della scena. Un giovane che senza dire una parola ha dato un sussulto ad una spenta campagna elettorale, dopo la rivelazione del nostro giornale (LEGGI).
Al teatro Rendano il copione previsto viene stravolto con tecnica rodata dal Capitano: «Non lo conosco e lo voglio conoscere questo bravo ragazzo» dice ai giornalisti prima di entrare nel teatro Rendano il segretario della Lega. Poi sul palco Salvini si leva la giacca, prende il microfono e incentra il suo breve comizio tutto sull’affaire Lanzino.
Mattia, visibilmente emozionato, anche lui in camicia, non proferirà parola prima, durante e dopo la manifestazione politica. Attacca Salvini, con retorica vittimistica: «È triste svegliarsi nella propria città e trovarla tappezzata da locandine che dicono che il nipote del boss è candidato. È una vicenda che fa schifo». Salvini ci ha definiti anche “squallidi” per aver rivelato che erano stati candidati il nipote e il consuocero di un boss.
Mattia, dopo aver ascoltato vicino al suo vero padrino politico Roberto Bartolomeo (un passato in tutti i partiti forte della sua rilevante consistenza di voti familiari e di relazione), fa un passo avanti quando è chiamato dal Capitano per essere esibito come il migliore dei candidati possibili. E viene anche eletto a colui che contribuirà a diventare un testimone della Lega «che la ’Ndrangheta l’ha sempre presa a calci. Mattia sarà anche dei nostri».
«Ti hanno chiesto di rinnegare la tua famiglia e questo non è giusto – continua Salvini – chi ha sbagliato paga ma tu non hai nessuna colpa. Non si può fare carico al figlio, al nipote o ad un consuocero degli errori degli altri. Mi rivedo in te quando a vent’anni mi sono candidato al consiglio comunale».
Poi il leader della Lega ricorda la sua battaglia dal Viminale sul sequestro dei beni e contro i Casamonica, annunciando che querelerà chi ha scritto «che chi vota la Lega vota la ‘ndrangheta» (il riferimento è a Carlo Tansi, ndr) devolvendo i proventi dell’azione giudiziaria alle famiglie dei disabili.
Poi, rendendosi conto di aver trascurato il resto dei candidati, augura e invita tutta l’inedita formazione accorsa sotto le insegne di Salvini a «stravincere delle elezioni che sono già vinte».
In effetti il caso Lanzino è nato per caso. La vicenda è ricostruita dal blog di Maximiliano Granata, volto noto della politica cittadina che ha più di una ruggine con la formazione di Salvini.
Un gruppo di ex militanti socialisti, capeggiati da Massimiliano Ercole, aveva organizzato i Liberalsocialisti per l’Italia a Cosenza. La lista della Lega non riusciva a chiudere la lista che contava solo 14 candidati. All’improvviso, alle ore 18,00 di venerdì sera, ritirano la propria lista i Liberalsocialisti e si trasformano in sovranisti comunali dell’ultima ora.
Nessuno ha avuto il tempo di controllare niente, per la fretta. Poi l’articolo del Quotidiano ha svelato la presenza scomoda. E Mattia è diventato l’uomo del giorno celebrato da Matteo, il leader della Lega sempre bravo a rovesciare la frittata.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA