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SCALEA (COSENZA) – È una diaspora ormai dal municipio di Scalea travolto dalla bufera giudiziaria che ha portato venerdì all’arresto del sindaco Pasquale Basile e di numerosi assessori – quattro di loro sono finiti ai domiciliari, per uno l’ordine di dimora – nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Catanzaro e dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza contro la cosca Valente-Stummo di Scalea.

Altri sei consiglieri comunali lasciano l’assise cittadina motivando le dimissioni con “con i gravissimi fatti che hanno colpito sindaco e giunta con conseguenti procedimenti giudiziari in corso e relativi incalcolabili danni all’immagine e all’economia della nostra città”.

«In questo momento così difficile per la nostra città – affermano i sei consiglieri – ci riteniamo convinti che la forte presenza delle Istituzioni restituirà la certezza ai nostri concittadini e che il vivere civile ed il progresso non possono che trovare il loro fondamento nel valore della legalità».

Le firme in calce al documento sono di Gennaro Licursi (Gruppo Consiliare Per Scalea Liberamente); Alessandro Bergamo e Palmiro Manco (Gruppo Consiliare Scalea Libera); Mauro Campilongo e Giuseppe Bono (Gruppo Consiliare Scalea Adesso) e Francesco Acquaviva (Gruppo autonomo).

Ma è polemica.

Sabato infatti, anche il presidente del Consiglio comunale di Scalea, Domenico Introini, aveva annunciato le sue dimissioni ed ha invitato tutti i consiglieri a fare altrettanto. Gli altri sei dimissionari contestano però che la loro decisione: “Era maturata nell’immediatezza dei fatti e che il documento con cui viene annunciata era già stato redatto sin dalla giornata di venerdì scorso, circostanza nota anche allo stesso consigliere Introini, il quale era stato informato in quella sede di tale decisione e da noi invitato a condividere il documento medesimo. Respingiamo, pertanto – aggiungono – il suo invito in quanto, a nostro avviso, egli non detiene alcun titolo perché è eletto con i soli voti di quella maggioranza purtroppo protagonista dei noti fatti di cronaca”.

Un’affermazione che lascia trapelare la tensione che si vive in queste ore in una realtà devastata dall’inchiesta che ha portato ad indagare anche l’ex sindaco Mario Russo. Le persone colpite da ordinanza di custodia cautelare, invece, sono 38.

Dopo che due di loro si sono consegnate alle forze dell’ordine, attualmente ne mancano all’appello due: Marco Zaccaro e Alvaro Sollazzo.

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