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COSENZA – Si torna a parlare della città unica che dovrebbe inglobare Cosenza, Rende e Castrolibero. La proposta di legge è pronta per essere depositata e ciò accadrà verosimilmente nei prossimi giorni. Questa volta lo stimolo al dibattito arriva direttamente da Palazzo Campanella. «Avviare una discussione in merito alla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero in un unico grande Comune da 110mila abitanti.
Vogliamo avviare un confronto pubblico che ha come obiettivo quello di creare un polo urbanistico, economico, sociale e culturale, che sia in grado di sincronizzare i legami fisici e storici fra le tre comunità, erogando più efficacemente i servizi e unendo energie, mezzi e risorse.
Il referendum rappresenta un passo importante di un iter che porteremo avanti con il coinvolgimento delle amministrazioni interessate, delle associazioni di categoria e certamente della società civile», si legge in una nota congiunta dei consiglieri regionali Pierluigi Caputo, Katya Gentile, Luciana De Francesco, Sabrina Mannarino, Pietro Molinaro, Pasqualina Straface, Giuseppe Graziano e Gianluca Gallo, che hanno siglato una proposta di legge per «l’istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero».
«Punto d’eccellenza che accompagnerà il processo di fusione è l’Unical, uno degli Atenei più prestigiosi d’Europa. Ancora più in asse con le accelerate trasformazioni tecnologiche dopo l’istituzione di quattro nuovi corsi di laurea da parte del Comitato regionale di coordinamento delle università calabresi, tra cui Infermieristica e Medicina e Chirurgia TD, con cliniche all’Ospedale dell’Annunziata», si legge ancora nella nota. «I tre Comuni presentano già intense contiguità territoriale, con famiglie – ad esempio -che risiedono a Castrolibero, genitori che lavorano a Cosenza figli iscritti in istituti scolastici e facoltà universitarie di Rende. A questo flusso quotidiano di interessi lavorativi e sociali, s’intende fornire, con un unico centro di governo, il valore aggiunto di un’organizzazione complessiva dei servizi», evidenziano i consiglieri regionali.
Questi ultimi rilevano poi che «la fusione potenzierebbe, inoltre, enormemente lo stesso schema di convenzione dell’Ambito territoriale dei trasporti, approvato di recente dai tre Enti locali, garantendo ai cittadini una migliore fruizione dei molteplici beni culturali, strutture sportive, accademiche e sanitarie». «La nostra iniziativa rappresenta uno stimolo affinché ci possa essere un positivo confronto in merito a questa possibilità legislativa e amministrativa. | prossimi mesi saranno importanti per raccogliere opinioni, valutazioni, proposte, e per conoscere l’opinione di cittadini e amministratori», concludono.
La nota è vergata dai consiglieri regionali di maggioranza della provincia di Cosenza ma la questione della città unica avrebbe beneficiato finora di un fronte bipartisan in Consiglio. Dopo la presentazione della proposta di legge il primo step in Regione sarà il passaggio in commissione. Quest’ultima esprimerà poi un giudizio preliminare di merito, decidendo di adottare una risoluzione con cui chiedere al consiglio regionale di deliberare l’indizione del referendum consultivo (che si svolgerà quest’autunno qualora si proceda speditamente). La palla passerà successivamente al Consiglio regionale.
Successivamente alla deliberazione consiliare, il governatore indirà formalmente il referendum entro novanta giorni dalla esecutività della delibera. Vincerà la maggioranza assoluta dei favorevoli o contrari, senza un quorum. La legge, qualora andasse in porto, prevede – da quanto si apprende – la decorrenza dal 2025 per l’istituzione del nuovo Comune. Nella provincia di Cosenza negli ultimi sei anni si sono registrate due fusioni tra Comuni. Nel 2017 fu la volta di Casali del Manco che vide la fusione di Trenta, Serra Pedace, Pedace, Casole Bruzio e Spezzano Piccolo. Nel 2018 toccò a Corigliano e Rossano costituire la città unica. Alla lista potrebbero presto aggiungersi Cosenza, Rende e Castrolibero.
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