Pietro Caracciolo
3 minuti per la letturaIl sindaco di Montalto, Pietro Caracciolo, rompe gli indugi sulla città unica e ribadisce «Montalto è strategica nel progetto»
LA brusca frenata di Castrolibero riguardo alla fusione arricchisce di un altro capitolo la storia infinita sulla città unica. La freddezza glaciale della politica castroliberese a questo punto potrebbe far rivedere i piani per l’agognata realizzazione dell’ambizioso progetto politico-amministrativo. E qui rientra prepotentemente in gioco Montalto Uffugo.
Da più parti e in più occasioni, sia da Cosenza che da Rende, hanno posto l’accento sulla strategicità del territorio di Montalto nell’ottica della città unica lamentandone l’esclusione in queste fasi preliminari con riferimento alla recente bozza della proposta di legge regionale. Abbiamo intervistato il sindaco Pietro Caracciolo (il suo secondo mandato scadrà nel 2024) sulla questione e sul ruolo di Montalto Uffugo nell’area urbana.
Sindaco qual è stata la sua reazione nel leggere la recente bozza della proposta di legge regionale per l’istituzione della città unica?
«Negli ultimi vent’anni Montalto è sempre stata sostanzialmente esclusa nelle discussioni riguardanti la città unica. Aldilà della bozza della proposta di legge trovo sbagliato non avviare almeno delle interlocuzioni in tal senso. Montalto, per tutta una serie di motivi, non può non partecipare a un confronto concreto e lungimirante sull’area urbana. Resto stupito quindi che si continui a non coinvolgerci».
Quindi da Montalto non esiste un veto sulla città unica? Anzi mi pare di capire che l’idea le piace.
«Un buon amministratore deve pensare all’interesse della comunità. Se dovessimo essere coinvolti noi siamo pronti a sederci al tavolo sorvolando sulle “dimenticanze” altrui di questi anni. Poi valuteremo nel merito senza alcun preconcetto o fuga in avanti. Qualsiasi decisione dovrà essere ovviamente migliorativa per Montalto».
Vale a dire che anche lei, al pari di altri amministratori, teme gli effetti di una cosiddetta “fusione a freddo”?
«I cittadini dovranno decidere sulla base di esperienze tangibili che riguardano naturalmente l’integrazione dei servizi. Una condizione a mio avviso imprescindibile, non si può pensare alla città unica solo come a un semplice attrattore di investimenti».
A proposito di servizi, con l’Arrical che gestirà i rifiuti e il servizio idrico, conti alla mano il campo si restringe per i Comuni.
«Sono d’accordo ma restano servizi molto importanti per la comunità. In primis il trasporto pubblico. Non c’è soluzione di continuità per quanto riguarda gli spostamenti tra Cosenza, Rende e Montalto Uffugo. È un dato di fatto. In questi anni ho formulato ufficialmente molte proposte sui trasporti ma invano. Non ho mai ricevuto risposte. C’è poi il settore della cultura. Si potrebbe predisporre un cartellone unico degli eventi onde evitare, come purtroppo spesso accade, la sovrapposizione di concerti, mostre, spettacoli e appuntamenti culturali nei tre Comuni».
Quali frecce avrebbe al suo arco Montalto nell’ottica della città unica?
«Siamo una città in forte crescita. Vantiamo negli ultimi anni un aumento del numero dei residenti, un dato in controtendenza rispetto ad altre realtà. Abbiamo un importante tessuto commerciale e produttivo e la contiguità con Rende non è solo meramente geografica. Per quanto riguarda i collegamenti non si può non tener conto della strada che unirà Santa Maria di Settimo e la zona dell’Unical nonché del nuovo hub ferroviario».
Lei è da sempre un sostenitore dell’ubicazione del nuovo ospedale della provincia di Cosenza ad Arcavacata, resta di quest’idea?
«Certo, a maggior ragione nell’ambito di un discorso sulla città unica non si può non tener in considerazione questa ipotesi. Credo sia il caso di lasciare il passo ai facili campanilismi. L’area dell’Unical per il nuovo nosocomio ha diversi vantaggi anche con riferimento alla recente istituzione della facoltà di Medicina».
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