INDICE DEI CONTENUTI
- 1 Tra una gara e l’altra con il sottofondo del rombo dei motori si è raccontato al Quotidiano del Sud. Che rapporto ha oggi con la Calabria?
- 2 Che ricordi ha della sua infanzia a Cariati?
- 3 Com’è arrivato Antonio Fuoco nella famiglia Ferrari?
- 4 Che età aveva quando è arrivato a Maranello?
- 5 Giovanissimo.
- 6 Che cosa prova a guidare a velocità così alte?
- 7 È tra i protagonisti del WEC con la Hypercar Ferrari: come è stato arrivare a questo punto?
- 8 Descriva la 499P in due parole.
- 9 Facciamo il resoconto degli ultimi 14 mesi?
- 10 Secondo lei cosa ha fatto la differenza in questo anno, considerando che la Ferrari è sempre stata un’autovettura d’eccellenza e quest’anno nella gara sia la 50 che la 51 hanno fatto la loro bella figura.
- 11 Mi racconta un aneddoto accaduto durante una gara?
- 12 Parliamo dei tifosi della Ferrari.
- 13 Secondo il pilota della Ferrari Fuoco chi è Antonio?
- 14 Cos’è per Antonio Fuoco la Ferrari?
Il pilota calabrese Antonio Fuoco impegnato nel campionato endurance con la Ferrari 499P: «Una macchina bella, veloce e aggressiva»
COSENZA – Antonio Fuoco, nato a Cariati, ha portato la Calabria in giro per il mondo alla velocità di oltre 300 chilometri orari. Fuoco è un pilota ufficiale Ferrari, impegnato nel Fia Wec (World Endurance Championship) con la Ferrari 499P numero 50 del team ufficiale, Ferrari – Af Corse. Essendo le gare di durata, o endurance, l’equipaggio di ogni vettura è composto da 3 piloti: Fuoco condivide la vettura con Miguel Molina e Nicklas Nielsen.
Nel 2023 Ferrari è tornata a gareggiare nella top class dell’endurance dopo 50 anni di assenza (dal 1973, ultima stagione, al 2023, anno del ritorno): nel 2023 il Cavallino Rampante ha concluso al secondo posto nella classifica mondiale costruttori, e al terzo e quarto posto nella classifica mondiale piloti. L’equipaggio di Fuoco ha concluso terzo in classifica piloti. Quest’anno, 2024, il mondiale è ripartito dal Qatar (2 marzo); prossima gara sarà la 6 ore di Imola (21 aprile); quindi ne seguiranno altre 6.
Antonio Fuoco in dieci stagioni ha ottenuto 32 vittorie, delle quali due nel Fia Wec con le Ferrari derivate dalla serie, dove il pilota continua a essere impegnato anche quest’anno, dato che gareggia in America nell’Imsa con la Ferrari 296 GT3 del team Cetilar Racing.
Tra una gara e l’altra con il sottofondo del rombo dei motori si è raccontato al Quotidiano del Sud. Che rapporto ha oggi con la Calabria?
«Il mio rapporto con la Calabria è un rapporto speciale, visto che la mia famiglia abita ancora lì. Purtroppo visto i tanti impegni che ho durante l’anno, mi riesce molto difficile tornare spesso a casa, ma quando ho un po’ di tempo libero ritorno sempre volentieri, mi piace molto passare del tempo a Cariati con la mia famiglia e i miei amici. È un posto sicuramente straordinario».
Che ricordi ha della sua infanzia a Cariati?
«Sicuramente i momenti che passavo sulla pista di go kart insieme a mio padre e mio fratello, dove disputai la mia prima gara. A quattro anni ottenni il primo successo, è proprio allora che è nato il mio amore per questo sport».
Com’è arrivato Antonio Fuoco nella famiglia Ferrari?
«Sono arrivato a Maranello sicuramente per l’impegno e la passione che ho sempre messo in questo sport, che oggi è il mio lavoro. Tutto questo grazie anche al supporto della mia famiglia e dei miei manager che mi hanno permesso di gareggiare nei go-kart. Dopo questo inizio ho avuto la fortuna di essere notato dalla Ferrari Driver Academy: dopo aver sostenuto alcuni test è iniziato il viaggio che mi ha permesso di avviare la carriera in Ferrari».
Che età aveva quando è arrivato a Maranello?
«Quattordici anni».
Giovanissimo.
«Sì, ma sono sempre stato sostenuto dalla mia famiglia, mentre qui a Maranello ho trovato persone meravigliose che mi hanno sempre supportato e aiutato in questi anni».
Che cosa prova a guidare a velocità così alte?
«È un’emozione grande guidare delle auto di competizione, ma è tanta anche la responsabilità che proviamo ogni volta che saliamo in macchina, soprattutto per il fatto d’indossare una tuta con il simbolo della Ferrari. Ad ogni gara ci si aspetta da noi delle prestazioni di rilievo con dei risultati sempre positivi: tutto questo a me dona grandi emozioni».
È tra i protagonisti del WEC con la Hypercar Ferrari: come è stato arrivare a questo punto?
«Dopo mesi intensi di test nella seconda parte del 2022, in cui sono stato tra i piloti ufficiali che hanno contribuito a sviluppare la 499P, all’inizio del 2023 è arrivata la notizia più attesa. Quando Antonello Coletta (Ferrari Global Head of Endurance e Corse Clienti, Ndr) mi ha detto che sarei stato un pilota della Hypercar ho provato un’emozione indescrivibile».
Descriva la 499P in due parole.
«Bella e veloce, aggiungerei anche aggressiva».
Facciamo il resoconto degli ultimi 14 mesi?
«Sicuramente il 2023 è stata una stagione speciale e positiva, il ritorno della Ferrari in un campionato così importante dopo tanti anni credo che sia andato bene, soprattutto partendo dalla pole position di Sebring al debutto, a marzo 2023, è stata una qualifica che forse nessuno si aspettava così. Noi però eravamo consapevoli del nostro valore, come squadra, e quanto fatto a Le Mans, con la nostra Hyperpole e la vittoria in gara dei nostri compagni della 499P numero 51, è stata la dimostrazione del potenziale di questo progetto».
Secondo lei cosa ha fatto la differenza in questo anno, considerando che la Ferrari è sempre stata un’autovettura d’eccellenza e quest’anno nella gara sia la 50 che la 51 hanno fatto la loro bella figura.
«Io credo che oltre il nostro impegno, la disciplina e la passione per questo sport, sia importante il concetto di gruppo. Oltre a me nell’equipaggio della 499P numero 50 ci sono Miguel Molina e Nicklas Nielsen, non solo due ottimi piloti ma anche due belle persone. C’è tanto lavoro da parte dei ragazzi qui a Maranello, ciascuna persona impegnata in questo progetto vi mette il massimo dell’impegno e delle proprie competenze. Questo credo sia il nostro punto di forza. E poi vorrei sottolineare un aspetto: nelle gare endurance ho capito il valore di condividere la vettura con altri compagni, il senso della squadra».
Mi racconta un aneddoto accaduto durante una gara?
«Gareggiavo sulla pista americana di Sebring, il sole tramontava e la Ferrari tornava da protagonista nella top class dell’endurance. In quelle condizioni all’ultima curva vedere il punto di corda era complicatissimo. Ho dato tutto, ma sono convinto che quel giro favoloso sia arrivato anche grazie all’atmosfera magica che ci circondava, al clima che aleggiava dentro la nostra squadra. Non vi sono parole per descrivere quel momento».
Parliamo dei tifosi della Ferrari.
«Sono molto importanti, perché ci sostengono sempre e ci supportano anche nei momenti difficili. È fondamentale per noi piloti Ferrari sentire il calore dei tifosi».
Secondo il pilota della Ferrari Fuoco chi è Antonio?
«Un ragazzo molto determinato, che cerca di dare sempre il massimo in tutto quello che fa».
Cos’è per Antonio Fuoco la Ferrari?
«Non è solo una squadra, è anche la mia famiglia».
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