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Nella cornice di Villa Rendano, lo stilista cosentino Elio Guido ha dato vita a uno shooting fotografico che anticipa la collezione “Diva”.


Nella cornice di Villa Rendano, lo stilista cosentino Elio Guido ha dato vita a uno shooting fotografico che anticipa la collezione “Diva”. Gli abiti da sposa, rifiniti in ogni minimo dettaglio, sono stati immortalati in un setting incantevole, tra auto d’epoca e scenari raffinati. I capi della collezione sono un tripudio di pizzi, perle, cristalli, plissé, seta, tessuti che conferiscono un’aura di sogno e magia a ogni singola creazione. “Diva” trae ispirazione dal mondo del cinema, del teatro e della televisione, con un omaggio particolare alla figura iconica di Sophia Loren, simbolo per eccellenza della femminilità e del glamour Made in Italy.

Non solo moda, ma anche un ricco tessuto culturale pervade “Diva”: Gabriele D’Annunzio e il suo concetto di divismo hanno influenzato profondamente questa linea, rendendo ogni abito un omaggio alla sacralità e al mito. Elio Guido ha saputo coniugare sapientemente l’estetica cinematografica con il concetto di sacralità, offrendo una collezione che non è solo un inno alla bellezza, ma anche un viaggio culturale e artistico. Ogni abito è una storia, una poesia tessuta con passione e dedizione, destinata a far sognare le future spose. Per saperne di più, abbiamo intervistato Elio Guido.

Come e quando è nata la passione per il mondo della moda?

«La passione per la moda è nata molto tempo fa, all’età di cinque anni, in occasione della scelta dell’abito da sposa di mia zia. Da bambino avevo interessi completamente opposti: amavo il mondo degli escavatori e dell’ingegneria. Eppure, durante la prova dell’abito di mia zia, sono stato folgorato da questo mondo così fiabesco. A sei anni, ho iniziato a realizzare i miei abiti spillandoli sui vari manichini, usando qualsiasi tipologia di tessuto che avessi a portata di mano. Il tutto nell’incredulità dei miei genitori. Da lì, non mi sono più fermato. Questa passione è parte di me e cresce sempre più. La cura degli abiti è un’ossessione quasi maniacale. È bello guardarli con grande amore».

Parliamo della collezione “Diva”

«La massima espressione della collezione coniuga il mondo cinematografico e il concetto di sacralità della donna. Il concetto di alta moda e di sartorialità è racchiuso nella costruzione di un capo e nella cura di ogni minimo dettaglio. Occorre portare l’occhio anche dove non arriva. Ogni singolo abito è interamente ricamato a mano. I foderami sono adornati da merletti francesi. Un lavoro di alta sartoria che solo una creazione artigianale può offrire. Mai come quest’anno la cura al dettaglio parte dalle materie prime fino ad arrivare alla struttura del capo e alla scelta delle nuances».

Sfatiamo il mito dell’abito da sposa total white. In questa collezione, la scelta delle nuances non è affatto scontata. In più, troviamo coordinati molto particolari. Dico bene?

«Esatto! Non solo bianco e nude, ho deciso di puntare anche su tinte perlate in argento. Ho realizzato un abito con gemme ricamate a mano. Grande attenzione anche alla struttura dei capi. Per la sposa 2025, ho deciso di proporre abiti gilet, giacche doppiopetto, giacche e gonne, oltre ad abiti in pizzo, plissé, perle e cristalli, capi interscambiali con body».

Quanto tempo impiega per la realizzazione di queste creazioni? Si tratta di una collezione di circa 50 abiti!

«Dipende dal capo. Quando si tratta di un prodotto completamente artigianale, non nascondo che possano trascorrere settimane piuttosto che mesi di progettazione. Una collezione di questa portata ha richiesto un bel po’ di anni di lavoro. Non è stato semplice. La collezione è nata prima dell’epoca Covid. Mantenere con costanza il filo ispirativo, nonostante un margine molto ampio, non è stato semplice. Ho lavorato con pervicacia dedicando la massima attenzione ad ogni singolo dettaglio».

Quali sono le donne che scelgono Elio Guido?

«Sono donne sicuramente audaci, donne che amano un prodotto esclusivo interamente realizzato a mano con la giusta attenzione alla manifattura. L’obiettivo è creare un prodotto su misura andando incontro alle esigenze delle clienti. Tutti i miei abiti saranno sempre diversi l’uno dall’altro pur trattandosi dello stesso prodotto».

Il motivo?

«Sono esclusivi!».

Quale ruolo ha giocato Villa Rendano nello shooting della collezione?

«Sono molto felice per il contributo che tutto il team, di cui fanno parte la mia mamma e il mio papà, ha portato all’interno di questa straordinaria location. Ho scattato qui per la prima volta nel 2017. La Villa è super azzeccata per la collezione Diva. Ho deciso di investire sul territorio con il mio brand. Mi piacerebbe che ci fosse un supporto corale nella valorizzazione del territorio e dei giovani».

Progetti futuri?

«Sono impegnato nella realizzazione di abiti su misura, per qualsiasi tipologia di evento. Spero di poter lavorare anche sull’abbigliamento maschile. È un mondo affascinante che richiede grande studio. Ma rimango fermamente avvolto, coinvolto, quasi soffocato (sorride, ndr) dagli abiti da sposa che sono la mia grande passione».

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