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Maurizio Lastrico

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Dal passato di educatore al rapporto con il pubblico, dalla sua infanzia di “sfighe familiari” agli amici in Calabria: Maurizio lastrico si racconta.

MAURIZIO Lastrico è attore, comico e cabarettista poliedrico, capace di creare un rapporto empatico con il proprio pubblico, soprattutto in ambito teatrale. Sabato 15 luglio sarà ospite del CoRo Summer Fest 2023, all’interno della programmazione di Festival Exit – prodotto e ideato da Piano B – nella cornice del Quadrato Compagna a Schiavonea.

Citando un suo celebre spettacolo… Qual è Metodo Stanislastrico?

«Mi sono sempre chiesto cosa mi piace fare e cosa non mi piace fare. Ho fatto tanti altri lavori nella mia vita, come l’educatore ad esempio. Piano piano sono andato a fare i conti con la mia vocazione. Il mio metodo si basa su un principio: tenere sempre ben presente il pubblico. Cercare sempre di raccontare qualcosa di bello e divertente alle persone e perpetuare la magia del teatro».

In tutti i suoi spettacoli si crea una forte empatia col pubblico. È legata alla tua esperienza di educatore?

«Questa domanda svelta tanto del nucleo dei miei spettacoli. Dunque, c’era un piccolo paese in cui vivevo ma con dei servizi sociali che funzionavano alla grande. Quando avevo 11 o 12 anni i miei si sono separati. I servizi sociali allora mi consigliarono di andare in questo centro aggregativo aperto a tutti. C’erano educatori, collegati ad assistenti sociali e psicologici. Parlo quindi inizialmente da fruitore. Poi successe che mi piacque tanto questa frequentazione e sviluppai una grande ammirazione verso i miei educatori (Federica, Massim, Enrico, Piero…), i quali un giorno mi chiesero di diventare loro collega.

Devo dire che è stato un’esperienza che mi ha fatto relativizzare le sfighe familiari che avevo avuto, perché rispetto a quelle che mi sono trovato a vivere insieme ai miei ragazzi, mi apparivano ed erano delle scemate. Ho potuto rimanere per tanti anni a contatto con il linguaggio giovane.

Questo lavoro che io affrontavo con il massimo della dedizione, prendendomi carico di tante cose emotive, forse anche troppe, mi ha fatto capire che era il momento di fare i conti più seriamente con la mia parte artistica. Ho sentito che dovevo fare un percorso professionale alto, teatrale, formativo per far sì che le mie “scemate” rimanessero scemate nel contenuto, ma incontrassero una forma professionale che permettesse di diventare qualcosa di visibile a livello nazionale, qualcosa di strutturato».

Quali sono i diritti e i doveri di un comico oggi?

«Il diritto ad essere rispettati e riconosciuti in quanto lavoratori a tutti gli effetti. Abbiamo il dovere di cercare di fare al meglio il nostro mestiere, il che vuol dire metterci la passione, la dedizione e l’attenzione. Solo così ciò che facciamo può essere qualcosa di più del divertimento. Al di là dei messaggi che si mettono dentro lo spettacolo, fare una cosa comica fatta con la massima passione è un insegnamento e un esempio anche per gli altri. Credo che sia un atteggiamento contagioso. Fare il comico con la dedizione con cui si reciterebbe Shakespare o realizzerebbe un progetto d’architettura penso sia nostro dovere».

Lasciate ogni menata o voi che entrate che tipo di spettacolo è?

«É una festa del teatro. Una persona che racconta, forte della voglia di raccontare una storia sospesa e magnifica. In questo momento di piattaforme, televisioni e speciali ha la natura di qualcosa che dura da più tempo, cioè il rapporto tra il pubblico e una persona che racconta. Lo spettacolo è qualcosa che sta in mezzo a queste due forze. Sono felicissimo di tornare in Calabria e curioso di vedere cosa succederà».

Qual è il rapporto di Maurizio Lastrico con la Calabria?

«Affonda le radici nel passato. La mia prima apparizione televisiva l’ho fatta in Calabria. Ho tantissimi amici a Reggio Calabria, soprattutto un DJ con cui abbiamo fatto le prime cose. Si chiama Demetrio. Rocco Barbaro invece è stato il primo che mi ha portato in una vera e propria data, sempre a Reggio Calabria. Anche se un 15 agosto di dodici/tredici anni fa, feci una primissima apparizione live a Villa San Giovanni. Fu una data molto difficile, in cui ebbi tanta difficoltà. Ma mi servì per cercare di migliorare. Oggi, tornare in Calabria dopo tanti anni… Sento come se si fosse chiuso in cerchio. È una data particolarmente speciale per me».

Le prevendite dello spettacolo sono attive presso la biglietteria In Prima Fila di Cosenza, online su Do It Yorself e TicketOne. È inoltre possibile prenotare i ticket e ritirarli presso tutti i punti Sisal Mooney chiamando al numero 060406.

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