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Una giovane ingannata per un video seminuda per un finto casting della Fini Dance, irretita da profili social di amiche hackerati, il coreografo Antonio Fini racconta la vicenda: «Fate attenzione»


COSENZA – La truffa è sempre dietro l’angolo, pronta ad adescare chiunque. Non guarda in faccia nessuno, per lei chicchessia va bene. In questa rete, ben costruita, è rimasta imbrigliata una fan del coreografo e ballerino internazionale Antonio Fini.

La ragazza è stata tratta in inganno da un annuncio sul web nel quale c’era scritto che la Fini Dance Nyc invitava a chi fosse interessato a sostenere un’audizione per la sua compagnia di danza. L’annuncio chiedeva un colloquio, due cambi d’abito per vedere ballare la ragazza vestita in modo diverso, infine una coreografia sui tacchi indossando biancheria intima in versione videoclip.

Abbiamo raggiunto al telefono Antonio Fini, attualmente a New York in procinto di tornare in Italia a fine febbraio poiché impegnato dal 21 al 23 a Danza in Fiera a Firenze, per raccontarci i dettagli della vicenda.

Come l’ha scoperto?

«È stata la diretta interessata a cercarmi.

Racconti la storia nei dettagli.

«La ragazza ha mandato un messaggio al numero che si trova sul sito ufficiale del Fini Dance, dove c’era scritto che era stata vittima di una truffa, l’ha letto una mia assistente, ma noi non eravamo sicuri che il messaggio stesso non fosse una truffa, così le abbiamo chiesto di poter prendere visione dei messaggi che le sono stati inviati, lei ci ha mandato gli screenshot della persona che l’aveva scritta, un account finto che si chiamava Fini Dance Nyc con delle indicazioni.

A quel punto abbiamo capito che la ragazza che scriveva diceva la verità ed era una persona reale e che ci stava mettendo in guardia su qualcuno che aveva usato il mio nome per i suoi scopi. Chiedevano due esibizioni di un balletto, in biancheria intima sino ad arrivare a spogliarsi. Gli stessi per tranquillizzare le partecipanti garantivano che alcune parti del nudo sarebbero state coperte. Se non l’avesse cercata, lei non si sarebbe mai accorto di questa truffa. Non l’avrei mai saputo».

La Fini Dance come si è tutelata?

«Innanzitutto, insieme al mio team è stato fatto un annuncio sui social dove abbiamo spiegato che qualcuno si spacciava per la Fini Dance e che fingeva dei casting chiedendo alle ragazze di girare dei videoclip dove alla fine di dovevano spogliare. Poi abbiamo inserito all’apertura del nostro sito un annuncio, il quale recita per l’appunto che la Fini Dance non è coinvolta in nessuna attività di casting e chiunque venga contattato è pregato di avvisarci».

È risaputo che nel mondo virtuale sono tante le truffe, secondo lei cosa ha spinto questa ragazza a fidarsi?

«Dopo qualche giorno le ho telefonato, avevo anch’io il bisogno di capire cosa era successo, mi ha detto che si è fidata perché l’annuncio veniva da una persona sua amica, che lavorava nel mondo dei casting e che un’altra sua amica l’aveva già fatto e ne era soddisfatta. Solo dopo ha scoperto che le due ragazze erano state hackerate, ma fino a quel momento sembrava che tutto fosse nella norma. Lei pensava di parlare con le amiche, ma non era così. Oltretutto i truffatori l’hanno invitata a guardare il nostro sito, a lei è sembrato normale che un’associazione come la nostra che lavora tra gli Stati Uniti e l’Italia facesse dei provini anche per cantanti e ballerini».

Ma la ragazza ha mai parlato con una persona reale, anche per telefono?

«No, perché non le hanno dato un numero di telefono, ma sarebbero stati loro a mettersi in contatto con lei usando Telegram».

Una truffa organizzata nei dettagli.

«Esattamente, avevano costruito, hackerando una serie di profili di persone che ruotavano intorno alla vittima, tutta una catena di contatti per cui era impossibile accorgersene. Lei è stata abbastanza scaltra e coraggiosa, perché appena ha scoperto il tutto ha denunciato alla polizia postale e al centro antiviolenza».

Che messaggio vuole dare ai nostri lettori?

«Nell’era dell’intelligenza artificiale è veramente difficile distinguere ciò che è vero da quello che non lo è, oggi possono clonare anche la voce, bisogna fare tanta attenzione, per partecipare ai casting dovete sempre avere un numero di telefono a cui chiamare e essere certi che qualcuno vi risponda. Oggi molti provini si svolgono in smart working in un primo momento, ma c’è sempre una persona che si interfaccia con voi».

Possiamo assicurare che la Fini Dance non fa casting?

«Noi facciamo audizioni video per i nostri corsi di danza classica e moderna per il festival, oggi è una prassi consolidata dopo il Covid, ma è solo un primo approccio, ma la Fini Dance non esplica provini per entità esterne a quello che è il nostro lavoro. Noi abbiamo un numero di cellulare che si trova sul nostro sito al quale c’è una collaboratrice che risponde sempre, ed è proprio per questo che abbiamo scoperto l’inganno».

Ritiene che sia necessario oggi approfondire con i giovani questa tematica?

«Assolutamente necessario! Infatti ho intenzione di trattare il tema in occasione dell’incontro dibattito che si terrà domenica 24 febbraio nel primo pomeriggio a Firenze a Danza in Fiera dove parlerò di come arrivare a danzare sui palcoscenici internazionali e coglierò l’occasione per mettere in guardia i tanti giovanissimi i quali si approcciano al mondo della danza, che come abbiamo visto può riservare anche dei pericoli come questo».

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