Francesca Giuliano
6 minuti per la letturaFrancesca Giuliano si apre al Quotidiano del Sud, la showgirl a tutto campo dal body shaming all’occasione di Avanti un altro
In un’epoca in cui sulle riviste patinate, sui social network, in tv e sulle passerelle l’ideale di bellezza è rappresentato da una figura femminile magra e longilinea, un’epoca in cui spesso si ricorre all’uso di app scaricate sugli smartphone, a Photoshop e, talvolta, alla chirurgia estetica per i cosiddetti ritocchini al fine di mostrare un’immagine di sé diversa dalla realtà, in linea con gli standard estetici dettati dalla società, alcuni brand, programmi televisivi e celebrities vanno in direzione opposta e lanciano messaggi sul body positivity.
Perché, ricordiamolo, è importante accettare, valorizzare e amare il proprio corpo. Commenti di disprezzo, umiliazioni, atteggiamenti denigratori, ciò che comunemente viene definito body shaming, possono spingere molti adolescenti a cadere nel baratro dei disturbi alimentari, dell’autolesionismo e, nei casi più gravi, nei tentativi di suicidio. Ecco perché bisogna rivolgersi alle nuove generazioni, e non solo, promuovere l’accettazione di sé e il rispetto del prossimo, lavorare sull’autostima e sulla dignità, scongiurando qualsiasi forma di bullismo e cyberbullismo.
È questo il fine dell’evento del CineBookFood, tenutosi nella città di Acri. Un’iniziativa dedicata ai libri e al buon cibo, inserita nel più ampio contesto del festival cinematografico CineIncontriamoci, ideata dal direttore artistico Mattia Scaramuzzo, che per questa edizione ha ospitato la showgirl di “Avanti un altro” Francesca Giuliano per la presentazione del libro “Tanta” (Santelli Editore). In questa occasione, l’autrice ha ricevuto il premio “Calabria nel cuore” realizzato dal maestro Domenico Tordo. Per saperne di più, abbiamo intervistato proprio Francesca Giuliano.
Francesca Giuliano, ha già partecipato al CineIncontriamoci diretto da Mattia Scaramuzzo, dico bene?
«Esatto. Lo scorso anno, ho avuto la possibilità di incontrare la comunità di Acri che mi ha accolto con molto calore. In quell’occasione, ho presentato il cortometraggio “Push-out” che parla di disordini alimentari. Presentato a Venezia nel 2019 e al Festival di Roma, è stato premiato a Matera nel 2020 come miglior cortometraggio con miglior attrice non protagonista Antonella Fonzani. Con questo cortometraggio, in 15 minuti, siamo riusciti a raccontare cosa succede ad una ragazza che sceglie la via dell’anoressia o della bulimia».
Vittima di body shaming, è riuscita a trasformare le sue ferite in punti di forza. Può fare un breve excursus sulla carriera di Francesca Giuliano?
«Sono un personaggio televisivo da almeno sei anni. Incarno l’immagine di donna formosa, maggiorata. Se voglio indossare un abito aderente o scollato, lo faccio tranquillamente. Sono fiera delle forme e dei chili che ho. Basta vedere il successo che ho avuto quando sono andata a presentare “Push out” al Festival di Venezia. Poi, alla prima del film “Ad Astra”, sul red carpet ho messo in ombra Brad Pitt e le altre star di Hollywood. La Cnn ha parlato di me.
Le forme possono farti vincere. Penso che le curve siano un valore aggiunto, una caratteristica importante anche perché rappresentano la nostra nazionalità. Pensiamo a Sofia Loren e Gina Lollobrigida: bravissime attrici apprezzate anche per la loro fisicità. Non è vero che bisogna seguire necessariamente l’ideale di bellezza ancora dettato, purtroppo, dalla tv. In televisione, mi capita di vedere corpi che probabilmente peseranno 38 kg.
Invece, il signor Bonolis, Sonia Bruganelli e la SDL TV hanno lanciato un messaggio differente, optando per un corpo in salute. Basta guardare me, come altre maggiorate scelte all’interno del programma. Ci tengo a ringraziare loro e “Avanti un Altro” per aver cambiato la mia vita. A migliaia partecipano a questi provini. Potevano preferire altre donne, magari più magre. Per me, “Avanti un Altro” è stato terapeutico. Sono contenta che ci sia questo programma televisivo perché al momento è l’unico a mostrare personaggi veri».
Non crede sia importante andare oltre l’aspetto fisico e mettere in luce il talento?
«Ha ragione. Per quanto riguarda il discorso televisivo, però, è inutile nascondersi. Si fanno dei provini perché bisogna mostrare anche il fisico. Non penso di esser stata scelta per il mio talento. Forse, per la mia simpatia. Ringrazio di esser stata selezionata pur pesando 80 kg».
Nel mondo dello spettacolo, ha trovato solidarietà femminile tra le sue colleghe?
«Nell’ambiente di “Avanti un Altro”, ho trovato donne meravigliose. In particolare, mi riferisco alla nostra capitana, Claudia Ruggieri, perfetta padrona di casa come anche Laura Cremaschi, Maria Mazza. Mi ritengo fortunata. Purtroppo, è lavorando negli uffici che ho vissuto dinamiche particolari. Mi sono trovata in situazioni assurde. Pur di non farmi attivare contratti, la responsabile spegneva il cellulare. Ho raccontato questo aneddoto per spiegare che non è solo il mondo dello spettacolo ad essere sporco. La sporcizia l’ho vista da altre parti».
Com’è nato il suo libro “Tanta”?
«Premetto che non è un libro autobiografico, ma un romanzo erotico. Ho voluto raccontare questa storia nella prospettiva che possa diventare un film. Alcune caratteristiche mi accomunano alla protagonista, a cui ho dato il mio nome. Una donna che sin da bambina, già all’età di nove anni, aveva le forme. Immagini gli sguardi. Poi, le difficoltà nell’inserimento nel mondo del lavoro. Ho lavorato come ragioniera. Dovevo fingere di essere fidanzata, indossavo un anello finto. Dovevo coprirmi. Queste forme si dovevano nascondere. Per essere assunta da altre donne o dalle mogli di qualcuno, mi trovavo in difficoltà. Poi, nella vita privata, non so perché, ma chi è formosa viene giudicata come una donna poco seria. Nel libro, ci sono degli spaccati del mio percorso di vita, quindi ho voluto scriverlo».
Ricordiamo che l’apparenza non è tutto…
«Lei è una persona profonda. È vero, però viviamo in un’epoca in cui purtroppo è tutto. Ci sono commesse che pesano 100 kg che non trovano lavoro. Conosco gente che si rifà il naso perché altrimenti non viene presa a lavorare. Mi creda, ho i messaggi. Ahimè, viviamo in un mondo in cui l’apparenza conta eccome. È molto dura quando ti alzi al mattino, non lavori in tv e devi coprirti, devi imbruttirti. Non è semplice convivere quotidianamente con questo disagio».
Ha incontrato gli studenti dell’istituto Falcone di Acri per portare la sua testimonianza e confrontarsi con loro. Quanto è importante lanciare messaggi sul body positivity, specialmente alle nuove generazioni?
«Sono felicissima di aver portato la mia testimonianza ai ragazzi e alle ragazze dell’istituto. Sono contenta di lanciare un messaggio di salute e di inclusione, per cui non è detto che una persona debba snaturarsi e perdere chili per poter lavorare in televisione. Avere qualche chilo in più non è una colpa. Ho fatto tantissime cose, ho calcato i red carpet più importanti del mondo come ambasciatrice del body positive e delle belle forme italiane. Ai ragazzi voglio dire di essere sé stessi perché ad essere sé stessi non si sbaglia mai. E di apprezzare le loro curve perché molto probabilmente avere chili in più può renderti unica, bella. Pensiamo anche a Kim Kardashian».
Ha parlato anche di body shaming. A suo parere, cosa c’è dietro il comportamento degli haters?
«Ci sono donne che mi seguono e mi rivolgono commenti di disprezzo senza mostrare alcuna forma di educazione e rispetto. Coloro che ci bullizzano, in realtà, sono nostri ammiratori segreti. Ne sono convinta. Una persona che perde tempo a dirti cose brutte lo fa perché vorrebbe essere come te».
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