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Un ufficio di Poste italiane

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IN UN comunicato a firma congiunta, i segretari provinciali di Slc Cgil, Antonio Lillipuziano, Uil Poste, Fausto Medaglia, Failp Cisal, Antonio Passaino, Confsal Com Luigi Russo e Fnc Ugl Domenico Munno, contestano apertamente un bando di selezione personale emesso da Poste italiane a fine settembre 2020.

La selezione prevedeva personale per il ruolo di capo squadra all’interno della struttura di Recapito di corrispondenza, riservato per chi fosse in possesso della figura professionale di Portalettere senior e di inquadramento a livello “D”, fatta pure salva, come sede di lavoro, la provincia di attuale applicazione.

Secondo i sindacati, però, numerose sono state le irregolarità che hanno contraddistinto l’iter di accesso e di ammissione al concorso, ma anche la valutazione e la promozione del personale.

“Non tutti gli aspiranti al ruolo sono stati chiamati e sottoposti a regolare valutazione – denunciano i sindacati – determinando così una forte ed ingiustificata discriminazione tra il personale interessato. Inoltre, cosa gravissima, dalle risultanze del concorso sono emerse promozioni di unità con requisiti di Portalettere Junior al Livello “E”, quindi non conformi al bando, e perfino assegnazioni in province diverse da quelle di applicazione”.

Ne sono seguite, quindi, “promozioni illegittime e trasferimenti occulti che eludono anche la normativa che regola la mobilità per lo spostamento del personale”.

Per i sindacati sono state quattro le grosse irregolarità della selezione:

  • – l’ammissione alla partecipazione di personale che non aveva titolo
  • – la promozione di personale che non poteva partecipare alla selezione
  • – la mancata convocazione di tutti gli aspiranti in possesso dei requisiti previsti
  • – l’assegnazione in sedi provinciali diverse da quelle previste dal bando

“A nulla sono valse le denunce prodotte dalle scriventi organizzazioni sindacali – si legge ancora – per bloccare le promozioni di personale non titolato e di quant’altro di illecito si è riscontrato nell’espletamento della selezione. Anche a fronte di denunce ampiamente documentate, l’azienda non ha inteso recedere dalle decisioni assunte, e nell’ultimo incontro, lo scorso 6 agosto, le giustificazioni dell’Azienda sono state fumose e tergiversanti”.

L’ultima, amara considerazione: “Suscita dubbi e perplessità il fatto che gli organi aziendali gerarchicamente superiori -è la conclusione del comunicato – non abbiano colto la necessità di determinare una dovuta reazione, al fine di accertare i fatti denunciati, ma che comunque, loro malgrado, si troveranno ad essere negativi protagonisti anche nelle sedi giuridicamente competenti”.

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