Il rendering del nuovo stadio
4 minuti per la letturaRICHIAMA la «sinuosità» di un corpo femminile, si ispira alla forma di una conchiglia, ma rimanda anche «alla cornucopia, al tema dell’abbondanza, del tesoro sepolto che riporta alla mente la leggenda del tesoro di Alarico».
Descrivono così il concept del futuro stadio di Cosenza i progettisti che si sono aggiudicati il concorso di idee bandito dall’amministrazione comunale. Si tratta di un’associazione temporanea di imprese, che riunisce diversi architetti: tra loro troviamo il francese d’origini italiane Rudy Ricciotti, Alfonso Femia e Pino Scaglione. Ricciotti – vincitore in Francia del Grand prix national d’architecture nel 2006 e cavaliere della Legione d’onore – ha firmato, tra gli altri, il Museo delle Civiltà d’Europa e del Mediterraneo di Marsiglia. E con Alfonso Femia, calabrese trapiantato a Genova, ha progettato il nuovo palazzo del cinema di Venezia. Pino Scaglione – pure lui calabrese, originario di Acri – è anche un urbanista e insegna all’Università di Trento.
IL NUOVO STADIO
I progettisti dovevano conciliare almeno tre esigenze: velocità di esecuzione, la possibilità di utilizzare lo stadio senza interruzioni e il mantenimento dell’identità territoriale. Insieme a questo, la nuova struttura dovrà prevedere spazi per altre attività, a partire dalla boxe popolare, e una capienza, in futuro, facilmente modulabile.
Ricciotti e colleghi hanno quindi previsto di mantenere le gradinate est e ovest, inglobandole nella nuova struttura, e di demolire le curve nord e sud sostituendole con nuovi spalti più vicini al campo. Conservare parte delle tribune originarie, spiegano, permette di non rescindere il legame con il passato ed è il modo in cui si opera all’estero quando si interviene sugli stadi.
Procedendo per fasi, nella visione dei progettisti, si partirà quindi da una capienza di circa 13.600 posti, mantenendo le attuali gradinate est e ovest. Nella fase 2, con le nuove curve sui lati nord e sud, si arriverà a una capienza massima di 20mila spettatori circa.
IL “GUSCIO EVOCATIVO”
La coque, come la chiamano i progettisti, ovvero il guscio (o, se preferite, la conchiglia) avrà due funzioni: da un lato ospiterà le attività di servizio e di sicurezza durante le partite, dall’altro consentirà l’accesso alle attività non sportive contenute all’interno dell’impianto anche in occasione delle gare.
Il nuovo stadio – come richiesto dal Comune – non sarà solo un impianto sportivo ma un polo commerciale e ricreativo: il progetto prevede 11mila 500 metri quadri, espandibili o contraibili, di superfici destinate ad attività commerciali, cinema, museo e store del Cosenza calcio, biblioteca, ristorante e servizi alberghieri, un centro medico e, alle spalle di una delle due curve, una piazza e un mercato coperto.
LE LUCI E I COLORI
Scrivono i progettisti: «Al tramonto la curvatura del nuovo stadio si fonderà con le morbide linee e i colori dei sette colli cosentini e, più lontano, con il profilo dei monti della Sila. Il colore della copertura assorbirà i colori degli ultimi raggi di sole richiamando i toni del marrone e del viola come fusione dei toni del rosso e del blu che appartengono al Cosenza calcio».
OLTRE LO STADIO
«Quello che abbiamo immaginato e voluto per via degli Stadi non è solo uno stadio, ma una grande opera di architettura, capace di vivere tutto l’anno, con partite, eventi, concerti, ma anche di “sconvolgere” positivamente l’assetto urbano del quartiere – dice al telefono il sindaco Mario Occhiuto – Diamo alla città un nuovo impianto, ma compiamo anche un’opera di rigenerazione urbana».
I PROSSIMI PASSAGGI
Per realizzare il nuovo stadio “Marulla” servono – secondo le stime 45 milioni di euro. Un investimento che sarà sostenuto tramite un fondo immobiliare promosso dal Comune di Cosenza (che partecipa con la cessione del diritto di superficie sull’area), da Invimit (società di gestione del risparmio del Ministero dell’Economia e delle Finanze) e dal Credito sportivo, per l’accensione di un mutuo per circa 17 milioni (già deliberato). La gestione del fondo sarà affidata a una società di gestione del risparmio. Al momento è la Dea Capital, che ha già presentato la pratica a Invimit ed è in attesa di una risposta. La società definitiva sarà scelta con una procedura a evidenza pubblica e si occuperà delle gare per la realizzazione dello stadio.
L’investimento iniziale sarà recuperato con i proventi della gestione dello stadio e al termine l’impianto tornerà al Comune.
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