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Numerose le segnalazioni che provengono da pescatori del Tirreno in Calabria e non solo: avvistate di continuo cernie “impazzite”: c’è un’epidemia di encefalite


Raccontano di cernie impazzite lungo la costa tirrenica calabrese le varie segnalazioni che negli ultimi giorni sono pervenute alla Capitaneria di porto di Cetraro e all’Asp di Cosenza. La realtà dei fatti è che si sta verificando una moria di cernie. Il motivo è un’encefalite. Si tratta del VERv (Viral Encephalitits Retinitis virus), un virus che agisce sul sistema nervoso centrale e della retina causando dapprima cecità e conseguente perdita del senso dell’orientamento. Questo determina il comportamento strano delle cernie, un pesce che vive generalmente in profondità ma che ultimamente si ritrova in superficie nelle acque del Mar Tirreno. Non solo, in molti segnalano il modo di nuotare al contrario, con il ventre all’insù o un insolita condizione di morte apparente alternato a ipereccitabilità.

IL VIRUS E GLI EFFETTI SULL’UOMO

Il virus è stato riscontrato principalmente nelle cernie ma anche – casi più rari – in esemplari come il pesce volante, il pesce porco, il pesce civetta e il pesce balestra. Gli esperti assicurano che non vi siano rischi per l’uomo ma ne sconsigliano comunque il consumo. La malattia porta l’animale a non alimentarsi per un lungo tempo e a causa del loro movimento “impazzito” a sbattere su scogli e massi e ferirsi. Questo potrebbe essere causa di infezioni. Oltre al fatto che gli animali in fin di vita non sono, a prescindere, da considerarsi salubri.

L’EPIDEMIA E LE CAUSE

Alcuni esemplari, dopo le segnalazioni, sono stati consegnati all’Asp veterinaria di Cosenza e di Belvedere Marittimo per le opportune analisi. Ciò che emerge è un quadro preoccupante. L’agente patogeno responsabile del virus sarebbe il betanovirus. E il numero dei casi lungo la costa tirrenica calabrese e non solo, anche lungo quella siciliana, confermano che si tratti di una vera e propria epidemia.

Tra le cause c’è l’elevata temperatura delle acque durante l’estate appena trascorsa, che purtroppo favorisce la proliferazione delle cellule virali e accelera l’evoluzione della malattia. Preoccupa specialmente l’inesistenza di rimedi che comunque sarebbero inattuabili in natura. Pertanto, bisognerà attendere la naturale estinzione del focolaio. Resta comunque importante il monitoraggio della situazione, perciò è utile fornire testimonianze e segnalazioni.

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