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A due mesi dalla scomparsa di Serafino Congi, a San Giovanni in Fiore, il “Comitato 18 Gennaio” chiede al Comune di costituirsi parte civile nel procedimento legale
Oggi, martedì 4 marzo, sono due mesi dalla morte di Serafino Congi.
Serafino Congi è morto il 4 gennaio, a bordo di un’ambulanza, sulla Statale 107, dopo svariate ore di attesa nel Pronto soccorso dell’ospedale di San Giovanni in Fiore in attesa di essere trasferito all’Annunziata di Cosenza.
IL MOMENTO DI PREGHIERA IN RICORDO DI SERAFINO CONGI
Congi sarà ricordato in un momento di preghiera, nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, oggi, martedì 4 marzo, alle 19.
Il “Comitato 18 Gennaio”, che parteciperà alla cerimonia, invitando la popolazione, lancia un accorato appello alle istituzioni, chiedendo la costituzione di parte civile, da parte del Comune di San Giovanni in Fiore, nel procedimento giudiziario sul caso di Serafino Congi.
«Due mesi fa, precisamente il 4 gennaio, si consumava la assurda morte di Serafino Congi – si legge nella nota a firma del Comitato 18 gennaio” – colpito da infarto, ha trascorso tre drammatiche ore nel pronto soccorso di San Giovanni in fiore in attesa di essere trasferito all’ospedale di Cosenza. Non ce l’ha fatta. Durante il trasporto ci ha lasciato».
L’indagine aperta dalla magistratura accerterà le responsabilità di questa tragica e dolorosa vicenda. Ma non basta.
«In ogni caso non potrà essere relegata al semplice archivio dei brutti e tristi ricordi. Una giovane vita strappata per sempre alle sue bambine, alla sua giovane moglie, ai suoi genitori: grida Verità e Giustizia!»
Da quella data niente è stato fatto per far fronte alla grave condizione di inefficienza, di degrado e di abbandono in cui versa il servizio di emergenza urgenza e di pronto soccorso, denunciano dal Comitato. La carenza di medici nei pronto soccorso e nel servizio di 118 è la stessa di due mesi fa.
«A fronte della permanenza di questa preoccupante situazione di rischio, il Sindaco Succurro continua irresponsabilmente e cinicamente a proiettare sui social una rappresentazione fuorviante ed ingannevole della realtà».
IL COMITATO 18 GENNAIO: «SERAFINO CONGI POTEVA ESSERE SALVATO»
«Qualcuno, a partire dal responsabile del servizio di elisoccorso, dovrebbe spiegare perché nell’arco di un mese l’elisoccorso è atterrato al campo sportivo ben due volte, atteso da telecamere al seguito della signora Succurro, mentre il 4 gennaio scorso per Serafino non si è reso possibile un rapido trasferimento presso l’ospedale di Cosenza».
«C’è un dubbio che ci tormenta – si legge ancora nella nota – Serafino poteva essere salvato.
Il fattore tempo in caso di infarto è determinante. Cosa è cambiato?»
«Le autorità che hanno la competenza ed i poteri in materia di Sanità, a partire dal Commissario ad Acta, Presidente Occhiuto, devono assumere misure urgenti e straordinarie.
Anche il nostro territorio deve essere dotato di un servizio di emergenza urgenza e di pronto soccorso adeguato ed efficiente, capace di garantire condizioni di sicurezza per tutti i cittadini che vivono nei comuni interni, distanti dagli ospedali Hub o Spoke».
«A tal proposito sono necessari provvedimenti efficaci, mirati alla copertura dell’ organico ed al reclutamento di personale medico e paramedico, alla adeguata disponibilità di ambulanze ed attrezzature e tecnologie avanzate».
LA RICHIESTA AL COMUNE
«L’unità della popolazione è fondamentale in questa battaglia a difesa della vita.
Il Sindaco dovrebbe porsi alla testa di questa battaglia. In verità avrebbe dovuto farlo da tempo.
A maggior ragione avrebbe fatto bene a farlo al momento della drammatica perdita di Serafino Congi.
Interpretando il profondo cordoglio che ha pervaso l’intera comunità, avrebbe dovuto proclamare il lutto cittadino e annunciare la costituzione di parte civile in un procedimento giudiziario che auspichiamo si possa svolgere per capire come mai quel giorno Serafino abbia atteso invano nella speranza di continuare a vivere e di veder crescere le sue bambine».
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