La sede dell'Asp di Cosenza
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Il pasticcio dell’Asp di Cosenza e l’ennesimo caso factoring. La vicenda non è di oggi, risale ad una sentenza del Tar del 2017
COSENZA – Oltre 7,3 milioni di euro di “spese legali, registrazione sentenza e saldo sorte capitale” da liquidare in tre rate entro il 2 maggio, il 31 maggio e il 30 giugno. Per l’Asp di Cosenza un altro salasso all’orizzonte targato banche di factoring. Stavolta si tratta di banca Ifis ed è relativo ad un vecchio contenzioso su una sequela di fatture di Telecom Italia non pagate. Credito, poi, ceduto proprio alla banca di factoring tra le più redditizie d’Italia.
ASP DI COSENZA, LA SENTENZA DEL TAR DEL 2017
La vicenda non è di oggi. Si tratta di una sentenza del Tar, datata 2017, che è stata ottemperata in parte. Nel 2024 la Prefettura ha nominato un commissario liquidatore.
Solo a quel punto sono scattate le interlocuzioni con Banca Ifis. In tutti i procedimenti giudiziari precedenti l’Asp non si era mai opposta, facendo automaticamente maturare gli interessi sui mancati pagamenti. Una prassi consolidata, più volte denunciata, che non riguarda soltanto questo singolo caso.
Dalla ricognizione l’Asp ha liquidato (con decreto del commissario ad acta nominato dalla Prefettura) 867mila 425,69 euro, la cifra compone le somme residue non liquidate, le spese legali e generali. Tre decreti con cifre irrisorie per un’Asp (7.500 euro, 6.500 euro e 3mila euro) trasformate in un fardello milionario al momento liquidato soltanto in parte.
E proprio questo pagare a pezzetti adesso ha restituito il conto salatissimo. Proprio ieri Banca Ifis ha inviato all’azienda sanitaria provinciale di Cosenza una proposta di rateizzazione: due mesi di tempo per pagare 7,3 milioni di euro. Ma sono almeno due mesi che se ne parla nelle stanze di via Alimena. la comunicazione di banca Ifis sul “residuo” da pagare risale al due di gennaio. In tutti questi anni, ovviamente, il contenzioso è raddoppiato in volume.
Alla fine di dicembre l’Asp si era costruita uno scudo per tre mesi almeno sulla liquidità corrente. Lo scopo è proteggere il tesoretto trimestrale da eventuali azioni esecutive. In altre parole, la mole di contenziosi in essere potrebbe prosciugare le risorse utili a garantire il funzionamento minimo, a partire dagli stipendi.
I MILIONI DI EURO “NON PIGNORABILI”
Circa 230 milioni di euro sono stati dichiarati “impignorabili” e redistribuiti «considerato l’elevato contenzioso pendente – scrive l’Asp – relativo a risarcimento danni derivanti da colpa professionale e dalle cause instaurate dai dipendenti e prestatori d’opera professionali, nonché del contenzioso esistente tra l’Asp e terzi fornitori, derivante dal mancato rispetto da parte dell’Azienda dei termini contrattuali di pagamento, a causa del permanere delle condizioni di assenza di adeguata liquidità».
LE RASSICURAZIONI DELLA DIREZIONE SANITARIA
Poche settimane fa, in occasione della presentazione dei bilanci pregressi, la direzione sanitaria aveva assicurato di non avere più in cassaforte problemi con le banche di factoring. «Paghiamo subito e le fermiamo prima della cessione del credito» aveva detto il dg Graziano. Intanto, però, le banche continuano a bussare per oneri e spese legali che hanno letteralmente gonfiato le richieste. Bisognerà buttar via l’ennesima vagonata di milioni.
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