I commissari De Salazar (Ao Cosenza) e Graziano (Asp di Cosenza)
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COSENZA – C’è un ospedale, quello dell’Annunziata di Cosenza, che è da «recuperare. Senza vendere cose che non si possono ottenere». Parole del commissario Vitaliano De Salazar che ieri in conferenza stampa ha spiegato cosa si sta facendo e cosa si dovrà fare nei prossimi mesi per tirare via la struttura dal pantano. Da un lato è tutta una questione di cifre, di “produzione”. Calata fortemente con il Covid e mai del tutto ripresa. Dall’altra c’è il Pronto soccorso, la carenza di personale, i percorsi da definire e i lavori da fare, finanziati con fondi Covid, che dovrebbero partire a luglio. Queste ultime caratteristiche «quasi al 90% assolte». In conferenza c’è anche il commissario dell’Asp di Cosenza, Graziano, chiamato in causa per un’agognata integrazione sul territorio che, a oggi, è difficile da vedere all’orizzonte. In mezzo c’è un appunto che De Salazar rivolge a chi l’ospedale lo manda avanti ogni giorno: «devono uscire fuori le responsabilità». Un segnale.
IL PRONTO SOCCORSO
Il primo passo è stato fatto sul Pronto soccorso. L’obiettivo è «riportare l’ospedale al livello di cure e accoglienza del 2019». Il Pronto soccorso è passato da 24 a 83 posti letto negli ultimi mesi. «Lo abbiamo riorganizzato come risorse e posti letto». Nell’area dell’osservazione breve intensiva ce ne sono 10, altri 12 nell’area ex covid, 10 in un’area “holding” per pazienti in attesa, altri 10 pronti in caso di sovraffollamento dei reparti di medicina e Chirurgia. Infine i 12 letti di medicina d’urgenza. Sono cambiati i percorsi, implementando il cosiddetto “fast track” su otto specialità. «Ora è un luogo civile dove stare e se avremo sovraffollamento sarà molto raro» dice De Salazar.
IL PERSONALE
Ma c’è ancora da mettere mano al dilemma personale. L’ultimo concorso per otto posti al Pronto soccorso è finito con una sola persona partecipante. Ora è in cantiere un secondo concorso e una chiamata anche agli specializzandi. Nel frattempo i medici Asp prestano servizio in Pronto soccorso mentre tre dottoresse sarebbero in procinto di andare via: «Ho parlato solo con due e ci hanno ripensato – dice il commissario che insiste – ho trovato un’azienda dove non sono stati assunti tutti medici e infermieri». In totale sono 77 quelli assunti a gennaio 2023: 7 medici, 2 dottori in pensione, 22 infermieri, 2 assistenti amministrativi, 32 oss, 12 assistenti tecnici. Il piano assunzioni del 2022 ne prevedeva 233: «Riusciremo ad assumerli». Ma sul pronto soccorso il problema personale «c’è. Sono previsti 4 turni con 4 medici a turno. Sedici in totale, con l’Obi 18. Non siamo lontanissimi da questi numeri».
IL RUOLO DELL’ASP
Il commissario Graziano ha una responsabilità enorme, provare a far “girare” il servizio di emergenza-urgenza tra gli spoke e l’hub annunziata cercando di non ripetere gli errori del passato. «Il primo mandato che mi ha dato Occhiuto – dice – è di mettere mano all’emergenza-urgenza». Intanto via libera ad una linea di comunicazione diretta tra il 118 e i reparti dell’Annunziata. Più la presenza di un dirigente medico dell’Asp in Pronto soccorso con servizio h12 per il triage di chi è trasportato in ambulanza. Il principio è «velocizzare i processi». Poi però c’è un territorio da ricostruire. In attesa del Pnrr con case di comunità e ospedali c’è da dare al territorio dei luoghi dove poter andare senza bussare alla porta del pronto soccorso.
«Abbiamo implementato le Aft (aggregazioni funzionali territoriali) con un numero unico che permetterà al paziente di sapere la sua Aft di riferimento dove viene indirizzato in caso di codice bianco. Se si tratta di una urgenza viene invece dirottato all’ospedale di riferimento più vicino». Le Aft, che raggruppano diversi medici di medicina generale e specialisti, saranno attive h16, fino a mezzanotte». E questo grazie all’altro problema: l’assenza di guardie mediche. «Mancano i medici ma abbiamo risorse e tecnologie – dice Graziano – la Telecardiologia c’è, così come la Teleradiologia».
IL POLO ONCOEMATOLOGICO, LE SALE OPERATORIE E l’UNICAL
Con il trasferimento di Ematologia e «a giorni» anche di Oncologia al polo del Mariano Santo finalmente «nasce un polo oncoematologico». E i posti disponibili in più sono stati affidati a Urologia, otto in totale. «Ora ci concentriamo sulle sale operatorie», insiste il commissario. Da quattro a sette con due in funzione h24 è l’idea. «Oggi funzionano al 60%, è inaccettabile». Infine il futuro con l’Unical. Si inizierà a giugno con la donazione di un robot per chirurgia di precisione. Da lì in poi l’ateneo contribuirà a risolvere i problemi cronici.
LE RESISTENZE
De Salazar punta il dito su «problemi organizzativi, gestionali e di comportamento». Anche sul piano nuovo ci sarebbero delle «resistenze». Nel frattempo l’Annunziata apre un canale sul sito, “aiutaci a migliorare” che per De Salazar è «un filo diretto con il management». per il resto la strada è segnata: «Le procedure amministrative devono seguire il resto d’Italia, le gare vanno fatte, le assunzioni anche, non c’è spazio per giudizi individuali, al massimo chi fa resistenze se ne va in malattia».
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