Alcuni posti di terapia intensiva
2 minuti per la letturaCOSENZA – Quasi settantaquattromila euro per dotare di strumentazione sei posti letto in terapia intensiva nell’ospedale di Castrovillari. Si procede a passi minuscoli e a macchia di leopardo sul piano di ampliamento dei posti in Terapia intensiva.
Il progetto nato per adeguare il sistema sanitario alla pandemia è diventato ormai una sorta di intervento strutturale dai tempi elefantiaci. Così tanto che lo scorso anno il Governo ha deciso di riversare la dotazione finanziaria necessaria per creare i nuovi posti nei progetti relativi al Pnrr, allungando così la scadenza per la conclusione dei progetti al 2026.
Nel frattempo la Calabria resta una di quelle regioni sotto soglia per numero di posti in terapia intensiva ogni 100mila abitanti, mentre l’inflazione e l’aumento dei prezzi rischiano di far naufragare i progetti, visto che gli stanziamenti messi a disposizione nel Dca 91 del 2020 a firma di Cotticelli non bastano più per raggiungere i 134 posti letto aggiuntivi necessari.
A Castrovillari, prima dello scoppio dell’epidemia, erano disponibili soltanto due posti in rianimazione, il piano del 2020 ha previsto un incremento di otto, per un totale di dieci a disposizione. I lavori, stando a quanto dice l’Asp, sono stati ultimati da tempo. A mancare, però, sono le attrezzature per almeno sei posti.
In sostanza quattro al momento sono quelli operativi, gli altri necessitano di un aggiornamento tecnologico. per fare questo l’Asp si è rivolta alla ditta Gioia Hospital di Gioia Tauro, agenzia calabrese della GE Medical Systems. Una scelta «per ragioni di coerenza ed uniformità tecnica e funzionale con i dispositivi attualmente in uso» per un acquisto «urgente e indifferibile». L’azienda dovrà fornire monitor, carrelli e centrali di monitoraggio per 73.810 euro. Sempre a Castrovillari sono previsti altri otto posti letto in sub-intensiva da creare «attraverso la riconversione di otto posti letto in Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza».
Al momento, però, non esiste un quadro chiaro e dettagliato sullo stato di avanzamento dei lavori in tutte le strutture sanitarie calabresi, né quanti progetti (come già accaduto a Corigliano-Rossano e all’Annunziata di Cosenza) sono stati rimodulati per ragioni economiche.
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