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Il pronto soccorso dell'ospedale di Cosenza

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COSENZA – Come per le terapie intensive, per avere ospedali sicuri sul piano antisismico ci vorrà il 2026. Perché al momento neanche uno è a norma, uno soltanto è in fase di progettazione esecutiva, per il resto è tutto da avviare. A partire dalle verifiche di vulnerabilità che dovrebbero concludersi entro quest’anno stando alla tabella di marcia. E salvo qualche piccola variazione, c’è da mettere a norma praticamente tutte le superfici.

Per non parlare delle verifiche tecniche, soltanto il Santa barbara di Rogliano, l’Annunziata di Cosenza e il Gom di Reggio Calabria hanno rispettato le direttive del 2003. Per il resto è il vuoto assoluto. A febbraio la struttura commissariale aveva redatto un piano per sfruttare i fondi a disposizione con il Pnrr. Ma i tempi sono lunghi, almeno quattro anni per concludere i collaudi.

Un aspetto indicativo dello stato delle strutture sanitarie calabresi. L’investimento è notevole: poco più di ventiquattro milioni di euro per sei interventi, altri 54,5 milioni di euro sul fondo complementare al Pnrr per altri sette interventi. Tre anni circa per mettere a posto le strutture, un altro anno per chiudere i collaudi.

C’è il plesso dell’Annunziata aperto nel 1939 e quello di malattie infettive aperto nel 1970, l’ospedale di San Giovanni in Fiore, il presidio ospedaliero di Soverato e quello di Lamezia. E ancora: Trebisacce e Praia a Mare. Nessuno è adeguato sismicamente e tranne il vecchissimo plesso dell’ospedale di Cosenza in nessun caso è stata effettuata una verifica tecnica.

Tutti hanno progettazione da avviare su interventi al momento non finanziati. Nell’altro gruppo c’è l’ospedale di Gioia Tauro, parte del grande ospedale metropolitano, il plesso del Santa Barbara di Rogliano, il padiglione di Malattie infettive del Pugliese Ciaccio di Catanzaro, l’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia e la palazzina poliambulatori del Pugliese Ciaccio. Anche in questo caso, ad esclusione del Gom, in nessuna occasione sono state effettuate verifiche tecniche su una struttura che non è adeguata sul piano antisismico. Al momento tra studi di fattibilità e progettazioni da avviare resta davvero poco spazio all’immaginazione.

Tutto il cronoprogramma è “tarato” sui tempi del Pnrr, che dovrà concludersi nel 2026. Stesso vale per l’intero piano di adeguamento delle strutture sanitarie in caso di emergenza pandemica.

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