Fabio Gallo
3 minuti per la letturaCOSENZA – Ventitre giorni con il covid, isolato in casa propria insieme al padre 94enne, e nemmeno una telefonata dall’Asp. E’ l’ultima denuncia di Fabio Gallo pubblicata sulla sua pagina Facebook.
“Possiamo pure morire – scrive il referente del Movimento Noi – spero abbiate capito che siamo nei guai seri e anche perché ho deciso non di svendere i miei diritti mettendoci la faccia. E lo farò insieme a chi ha capito tutto, fino a quando non vedrò migliorare le cose. Ho compreso sulla mia pelle, e rivendico il diritto alla libertà di parola, che se hai un problema e non conosci nessuno, sei abbandonato e muori”.
Pioggia di solidarietà sotto il post. Qualcuno, anzi, riporta pure di aver vissuto un’esperienza simile con tutte le difficoltà annesse e connesse. Non ultima quella del ritiro dei rifiuti, per i quali, gli addetti, in caso di positività al Covid, devono fare un giro dedicato esclusivamente ad essi.
“La battaglia è grande ma un passo per volta arriveremo ad ottenere buoni risultati” scrive ancora Gallo a chi, nei commenti, lo esorta ad andare avanti col suo movimento.
Fabio Gallo è stato tra i personaggi più in vista dello spettacolo italiano a cavallo degli anni 80 e 90. Nato a Cosenza, a vent’anni si trasferisce a Roma per studiare danza, coreografia e mimo e alla fine riesce a imporsi diventando, oltre che ballerino e coreografo, anche autore e regista. La sua popolarità esplode nella stagione 1986/87 quando è tra i protagonisti di “Fantastico 7”, la trasmissione del sabato sera di Rai Uno di Pippo Baudo in cui lui fa coppia artistica con Alessandra Martines in un cast che prevedeva anche Lorella Cuccarini, il trio Marchesini Solenghi Lopez e Nino Frassica. Sono anche gli anni in cui nella sua Cosenza apre una ambiziosa scuola di danza che diventa presto calamita per centinaia di ragazze che sognano il mondo dello spettacolo.
Proprio lì, però, qualcosa si rompe. Un’inchiesta giudiziaria offusca la luce della sua stella e comincia allora quella che sul suo sito ufficiale chiama la sua seconda vita, nonostante, si legge su www.fabiogallo.info, “un procuratore che schierandosi contro la mia persona per meri interessi personali, trovò la più grande e mortificante sconfitta della sua carriera poiché lo fronteggiai e vinsi ogni volta che mi portava in tribunale. A umiliarlo, furono i suoi stessi colleghi magistrati”.
“La mia seconda vita, quella più istituzionale – si legge ancora sul sito – mi ha offerto l’opportunità di trasformare il bagaglio esperienziale maturato fino a 33 anni, in una missione: quella di un uomo che della Cultura ne ha fatto una vera e propria “Arte della Rinascita”, con fini sociali e visioni allargate dall’io al noi. Una trasformazione non facile, ma resa possibile dal contesto che ha riversato sulla mia persona un’attenzione tale da avermi consentito di investire sulle mie capacità, sviluppando nuovi talenti”. La figura chiave è quella del cardinale Darío Castrillón Hoyos che lo chiama per la digitalizzazione dei beni culturali del Vaticano.
E’ un punto di svolta cruciale. Sono anche gli anni in cui, inconsapevolmente, vengono gettate le basi del Movimento Noi: i grandi eventi, le premiazioni, i riconoscimenti dal mondo della cultura e la conoscenza e lo studio del pensiero politico e sociale di Luigi Sturzo.
“L’azione politica del Movimento Noi – si legge ancora – è stata volta soprattutto a scuotere gli animi. Nel nostro simbolo le 12 stelle rappresentano quelle di Maria e dell’Europa cristiana da riformare. Ne abbiamo fatto una bandiera e una maglietta che indossiamo quando scendiamo per strada in difesa del bene comune. Nella società dei simboli negativi, il nostro vuole essere un segno di dialogo, pace e presenza costante sia a tutela dei diritti umani, che per ricordare a tutti che esistono anche i doveri”.
Tempesta i social con le sue battaglie: testi, foto e video contro l’incuria e la mala politica. E i diritti negati in sanità. Come il diritto a una telefonata dell’Asp in tempi di covid.
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