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L'ospedale dell'Annunziata di Cosenza

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COSENZA – L’Azienda ospedaliera di Cosenza assumerà 6 medici per il pronto soccorso e due per la chirurgia toracica. Lo rendono noto i Dirigenti medici e sanitari dell’ospedale dell’Annunziata.

«Primi risultati – è scritto in una nota – della mobilitazione dei Dirigenti Medici e Sanitari dell’Annunziata. Sono stati pubblicati, come da accordi raggiunti con la Struttura commissariale, i due avvisi per l’assunzione di 6 medici in Pronto Soccorso e 2 in Ch. Toracica. Pur rappresentando poco più di una goccia rispetto all’oceano di assunzioni necessarie, è comunque il primo dei passi che dovrebbero portare il nostro ospedale all’avvio del suo rinascimento».

«A rovinare l’entusiasmo per il raggiungimento di questo obbiettivo – prosegue la nota – è la scelta di usare procedure pletoriche e per nulla obbligatorie che rallenteranno, in modo non giustificato, la presa di servizio di queste nuove forze. I bandi, infatti, per scelta dell’amministrazione, dovranno essere pubblicati sul Burc prima e poi sulla Gazzetta ufficiale, con una dilatazione dei tempi che porterà all’assunzione dei medici non prima del prossimo ottobre, sempre che tutto vada per il giusto verso. Ora si dovrà dare avvio alle procedure per la realizzazione di tutti gli altri punti concordati: attuazione del Ccnl e di tutti i suoi istituti, ad oggi ancora ignorati dalla Commissaria, e soprattutto la definizione di un vero piano dei fabbisogni di personale basato sulle richieste di salute dei cittadini e non su calcoli puramente economicistici. Se è vero che anche nella difesa della salute non si può prescindere dalle risorse a disposizione, è altrettanto vero che i cittadini della provincia di Cosenza hanno il diritto di potersi curare in modo soddisfacente, nella propria terra, come tutti gli altri italiani. Per questo, però, devono riappropriarsi dello status di “Cittadini” che compete loro e dismettere quello di sudditi che da troppo tempo stanno subendo».

«Le nostre sigle – conclude la nota – continueranno a vigilare, stimolare e, se sarà il caso, combattere per poterci riappropriare dei nostri diritti di cittadini e operatori della sanità pubblica».

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