Il Pronto soccorso di Cosenza
1 minuto per la letturaCOSENZA – Bloccata per cinque ore nel Pronto soccorso di Cosenza in attesa di accertamenti che non arriveranno, finché l’esasperazione e la necessità impellente prevalgono sul senso del pericolo: firma il consenso e se ne va.
“Doveva andare in bagno” spiega il marito vigile del fuoco, protagonista di questa ordinaria odissea ospedaliera insieme alla moglie 51enne.
È lei che, ieri, verso le cinque del pomeriggio, avverte un malessere preoccupante: dolori al petto, difficoltà nella respirazione, tutti sintomi che suggeriscono alla coppia di precipitarsi all’Annunziata, provenienti da Pianette di Rovito.
Arrivati sul posto, i sanitari le monitorano la saturazione arteriosa, eseguono un elettrocardiogramma, poi la parcheggiano in attesa insieme a un’altra mezza dozzina di pazienti. In seguito, i coniugi scopriranno che alcuni di loro erano lì dalle nove del mattino.
Cinque ore d’attesa dicevamo – ma agli altri è andata decisamente peggio – finché alle dieci di sera marito e moglie maturano la decisione di abbandonare il campo. Per sfinimento. Segue una notte lunga e travagliata, nel segno dell’inquietudine e delle preoccupazioni, per fortuna senza conseguenze.
Mancanza di personale, poca organizzazione, emergenze superate da altre emergenze: i problemi del Pronto soccorso di Cosenza restano quelli di sempre. Anche su questo fronte, soprattutto su questo, il Covid non ci ha reso migliori.
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