L'Asp di Cosenza
1 minuto per la letturaCOSENZA – Qualche giorno ancora per capire che cosa si potrà fare sul fronte assunzioni per le Usca. Nel frattempo sono partiti i primi telegrammi per i trenta infermieri che l’Asp sta cercando per rafforzare le truppe dell’emergenza Covid.
L’incontro di ieri negli uffici dell’Azienda sanitaria arriva a pochissimi giorni di distanza dalla telefonata di Spirlì al commissario La Regina dopo le sollecitazioni del consigliere regionale Carlo Guccione da tempo in “guerra” sul problema delle Usca, a corto sia di medici (23) che di altrettanti infermieri.
Dunque a scadenza del bando per le Usca l’Asp si prende qualche giorno per poter esaminare le candidature arrivate per cercare di rimpolpare il prima possibile il servizio territoriale. In provincia, infatti, ci sono Usca che non hanno medici in servizio, altre invece che si trovano con personale dimezzato.
Stando al criterio ognuna delle 11 Usca provinciali dovrebbe avere 4 medici e 4 infermieri in servizio con turnazioni. Il compito non è solo quello di far tamponi ma anche e soprattutto procedere al monitoraggio domiciliare.
E proprio due giorni fa sono iniziate le somministrazioni del vaccino anti-covid a favore degli ultraottantenni e categorie fragili e vulnerabili a domicilio in provincia di Cosenza. L’Asp ha istituito un’apposita squadra, supportata da personale medico dell’Esercito Italiano, che da ha iniziato ad inoculare le dosi di vaccino ai soggetti che ne hanno fatto richiesta ma impossibilitati a lasciare le proprie abitazioni. Il primo comune interessato dalle vaccinazioni è stato Longobucco, ieri invece i vaccinatori hanno operato nel comune di Acri.
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