Gli operatori militari nell'ospedale da campo di Cosenza
2 minuti per la letturaCOSENZA – È stato riconvertito in centro vaccinale l’ospedale dell’Esercito italiano a Vaglio Lise a Cosenza. La struttura, operativa da oggi e che sarà in funzione dal lunedì al sabato dalle 8 alle 20, è dotata di un’area dedicata alla somministrazione dei vaccini nel rispetto delle norme sul distanziamento fisico e con uno spazio di attesa dove sostare per il periodo di osservazione (15 minuti) post vaccino. Nell’ospedale da campo, ad oggi, non sono più presenti pazienti Covid (LEGGI IL BOLLETTINO).
Nell’assetto campale sono presenti 3 medici e 8 infermieri militari, un totale di sei box vaccinali più uno per la vaccinazione protetta, necessaria per i casi di persone con particolari allergie. “Partiamo con 250 vaccinazioni al giorno – ha spiegato il colonnello Francesco Rizzo – che saranno implementate grazie al supporto della sanità civile fino a 500”.
I centri vaccinali in provincia sono circa una settantina e a questi si aggiungono quelli di Cosenza. “I vaccini – ha dichiarato il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale Vincenzo La Regina – ci sono e rassicuriamo tutti i cittadini cosentini”.
“Si tratta di un piano unico – ha detto Isabella Mastrobuono, commissaria dell’Ao di Cosenza – delle vaccinazioni che prevede la collaborazione di Asp e Ao che si organizzeranno in modo da potenziare questa struttura”.
“Le dosi di vaccino che vengono inoculate – ha detto il presidente ff Antonino Spirlì che ha visitato l’ospedale da campo dell’Esercito a Cosenza – sono già aumentate, soprattutto negli ultimi giorni. Abbiamo avuto delle difficoltà ed è inutile negarlo, ma oggi si entra a regime grazie anche al lavoro dell’Esercito. La riconversione di questo luogo ci consente di ottimizzare al massimo le forze e avviare al meglio la campagna di vaccinazione”.
“I vaccini ci sono – ha aggiunto Spirlì – basta richiederli per tempo e non ci sarà nessuna carenza. Riusciremo ad azzerare questo ritardo che si è verificato. Non c’è una corsa a chi è più bravo, ma a tutelare la salute delle persone “.
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