Una vaccinazione a Reggio Calabria
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COSENZA – Alla fine è arrivata anche la rettifica all’ordinanza e in Calabria saranno chiusi anche gli asili (LEGGI). L’unica cosa che resta fuori sono i nidi 0-3 anni. Decisioni che stanno alimentando tensioni tra favorevoli e contrari, con la protesta che si sposta, ancora una volta, sui social in attesa di trasferirsi nelle sedi giudiziarie.
Scuola: tra ordinanza e ricorsi
E’ già pioggia di ricorsi al Tar, prontissimi per la giornata di lunedì. Il primo errore è all’inizio dell’ordinanza stessa. La regione fa riferimento all’ultimo Dpcm, lo stesso che autorizza le chiusure delle scuole solo in caso di «incidenza cumulativa settimanale dei contagi sia superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti oppure in caso di motivata ed eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico».
Tutte cose che al momento non ci sono in Calabria, assodato il fatto che di casi con variante ne sono stati trovati “ufficialmente” soltanto undici. Insomma, ci sono tutti i presupposti per una vita breve in un contesto estremamente confusionario. Il blocco scolastico dovrebbe servire alle vaccinazioni del personale docente a partire da mercoledì.
Ma questo non rassicura sul fronte contagi, anche se il sistema di tracciamento e trasmissione dei dati comincia a destare qualche sospetto. La Calabria sfiora di nuovo i 300 casi al giorno con 293 nuovi casi e altri quattro decessi. In totale sono 704 i morti da inizio epidemia.
I ricoveri “citati” ma i posti letto mai aumentati
L’altro passaggio al limite dell’assurdità riguarda le terapie intensive. Nell’ordinanza si specifica come dal 21 febbraio a ieri i posti letto Covid-19 occupati sono incrementati di oltre il 26% e quelli di terapia intensiva del 43%, pur rimanendo sotto la soglia di allerta in termini di saturazione». Peccato che il piano di potenziamento delle terapie intensive sia rimasto ad oggi quasi del tutto inattuato con poco più di 150 posti letto attivi in tutta la regione.
La vaccinazione a rilento
La situazione sulle vaccinazioni è però non proprio delle migliori. Allo stato attuale la convenzione con i medici di base non è partita a pieno ritmo. Le istruzioni operative regionali risalgono a cinque giorni fa. La Fimmg nazionale ha fatto sapere che attualmente, vista la carenza, c’è possibilità di consegna di solo dieci dosi di vaccino a settimana per singolo medico.
Una parte “consistente” di dosi AstraZeneca al momento è bloccata dalla Regione per procedere alle vaccinazioni del personale scolastico ma in diverse Asp si dicono assolutamente non pronti a gestire la cosa. A Cosenza invece si utilizzerà l’ospedale da campo dell’Esercito fresco di riconversione.
Quello che invece continua a destare qualche sospetto è il caso degli anziani rispediti a casa negli ultimi giorni per carenza di vaccini. Da lunedì si dovrebbe ricominciare con l’arrivo di nuove dosi ma il sospetto sempre più consistente è che molte dosi siano finite lì dove non c’erano persone che ne avevano il diritto.
Vaccini “scomparsi” nella Locride
La campagna vaccinale stenta a decollare nel Reggino, come denunciano Caterina Belcastro e Giuseppe Campisi, rispettivamente presidente dell’associazione dei Comuni della Locride e leader del comitato dei primi cittadini: «Molti cittadini ultraottantenni, accompagnati a Siderno (unico punto vaccinale) per essere sottoposti a vaccino, dopo ore di attesa, e, a rischio contagio dati gli assembramenti, rientrano a casa con una sola certezza: non essere stati sottoposti all’atteso vaccino. Ebbene ci chiediamo: mancano i vaccini? C’è carenza di personale? E le vaccinazioni domiciliari? E l’organizzazione?».
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