X
<
>

Il rientro ad Amantea (foto tratta dalla pagina Facebook La Guarimba)

Share
2 minuti per la lettura

AMANTEA (COSENZA) – Mentre tre migranti dello sbarco di venerdì scorso sono risultati positivi al Coronavirus – si aggiungono ad altri cinque contagiati degli sbarchi dei giorni precedenti – è stato “liberato” Abbas Mian, il migrante pakistano trasferito per errore da Amantea al Centro d’accoglienza S. Anna pur essendo immunodepresso.

Fu lui stesso a rendere nota la vicenda realizzando una videodenuncia che inviò ad alcune testate giornalistiche, anche se, per «presunta divulgazione di notizie riservate», la Croce rossa, ente gestore del Cara, l’ha fatta pagare ad Orlando Amodeo, ex dirigente medico delle Questure di Crotone e Reggio che, da poco in pensione, svolgeva gratuitamente e volontariamente il suo incarico.

«Non è stato facile: abbiamo ricevuto minacce, siamo stati ignorati dalla politica e da troppi giornalisti calabresi, abbiamo visto istituzioni evadere le proprie responsabilità, e più di un vile ha dimostrato di preferire un’idea di nazionalismo prima dei diritti umani – dice Giulio Vita dalla pagina Facebook “La Guarimba”, che ha seguito molto da vicino il caso – Adesso inizia una lotta per cercare la Giustizia che Abbas merita, perché i diritti civili non sono una opinione».

La Prefettura di Crotone, acquisiti i pareri medici, ha dato il nullaosta al ritorno in comunità, ad Amantea, dopo un periodo di quarantena. Non è ancora chiaro come Abbas sia finito sul bus che lo ha portato, insieme ad altri 11 migranti negativi al Coronavirus, al Cara di Crotone (13 furono invece portati all’ospedale del Celio a Roma). Pare che durante la protesta dei cittadini di Amantea che erano scesi in piazza qualcuno lo abbia additato. «Ne è scappato uno». E sul bus è stato messo pure lui nonostante facesse presente di essere munito di permesso di soggiorno per motivi umanitari proprio in seguito alla sua condizione. È, infatti, come ha reso noto lui stesso, affetto da Aids e epatite C ed essendo stato in viaggio con migranti che a loro volta erano stati a contatto con positivi al Covid, sarebbe stata messa a rischio la sua incolumità.

Il dottor Amodeo aveva fatto presente la circostanza alla Questura e alla Prefettura ed è stato poi predisposto un locale per la quarantena. Ma in un primo momento Abbas era finito in un capannone con gli altri migranti. Sul caso l’Asgi (associazione sugli studi giuridici sull’immigrazione) sta vigilando con gli avvocati Francesco Maria Sicilia e Alessandro Ferrara su eventuali violazioni dei diritti umani e del diritto di difesa essendo stato peraltro loro negato l’accesso al Cara per un colloquio col proprio assistito.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE