Il luogo dell'incidente
2 minuti per la letturaEnnesima morte sul lavoro in Calabria, a Mandatoriccio nel Cosentino un giovane operaio di 26 anni è morto cadendo a causa del cedimento di una parte del tetto
MANDATORICCIO (COSENZA) – Ennesima tragedia sul lavoro in Calabria: a Mandatoriccio in provincia di Cosenza un operaio di 26 anni, Michael Affatato, è morto in conseguenza di un incidente sul lavoro mentre stava lavorando in cima ad un tetto.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti accaduti la vittima stava lavorando in un capannone quando, sempre secondo quanto si è potuto apprendere, una parte del tetto dello stabile ha ceduto facendolo precipitare il giovane da un’altezza di almeno 10 metri. Nella caduta il ventiseienne, tra le altre cose, avrebbe battuto violentemente la testa. Malgrado l’intervento dei soccorsi gli operatori del Suem 118, arrivati anche con l’elisoccorso, non sono riusciti a salvare la vita al giovane.
Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri che hanno effettuato i rilievi del caso. Come detto, l’uomo si trovava sul tetto del capannone di un’azienda specializzata nella lavorazione del ferro quando parte della copertura ha ceduto facendolo precipitare a terra. I militari hanno avviato accertamenti anche in merito alla posizione lavorativa della vittima con l’azienda. Sul posto anche gli ispettori degli uffici preposti alla verifica della sicurezza sul lavoro. Dell’incidente è stata informata la Procura della Repubblica di Castrovillari.
INCIDENTE SUL LAVORO NEL COSENTINO MORTO OPERAIO 26ENNE: L’ALLARME DEL SINDACATO
“La perdita di un giovane di soli 25 anni, caduto dal tetto di un fabbricato in una zona industriale periferica di Mandatoriccio, ci lascia sgomenti e profondamente addolorati”. Così Christian Demasi, segretario generale della Filca-Cisl Calabria, esprime il proprio cordoglio e la vicinanza ai familiari del giovane operaio morto in un incidente sul lavoro. “Questa ennesima morte sul lavoro, al di là di quanto emergerà dal lavoro degli inquirenti, non può e non deve essere archiviata come una fatalità. Le cadute dall’alto continuano a essere una delle principali cause di mortalità nei luoghi di lavoro, evidenziando come le norme sulla sicurezza siano ancora troppo spesso disattese, soprattutto nei piccoli cantieri e nelle realtà produttive meno strutturate”.
Demasi richiama con forza la necessità di applicare rigorosamente i contratti collettivi nazionali di lavoro, che rappresentano uno strumento fondamentale per garantire la formazione e la sicurezza dei lavoratori. “La formazione non è un lusso o un costo da tagliare. È un diritto imprescindibile che va rispettato e potenziato, attraverso l’utilizzo degli enti di formazione e il coinvolgimento di tutte le parti sociali. Ogni lavoratore deve essere adeguatamente preparato ad affrontare i rischi legati alla propria attività quotidiana. Per questo serve un impegno concreto da parte delle istituzioni, delle imprese e degli organismi di controllo. È necessario intensificare i controlli e rafforzare le ispezioni nei luoghi di lavoro. Questi devono essere frequenti, mirati ed efficaci, ma anche educativi, per promuovere una cultura della sicurezza che coinvolga tutti i soggetti del sistema produttivo”, conclude il segretario.
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