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Quattro arresti a Scalea nell’operazione dei carabinieri coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro


SCALEA (CS) – Associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio e detenzione di droga, armi comuni da sparo e lesioni personali: sono i reati contestati a quattro indagati finiti nella rete dei carabinieri della compagnia di Scalea questa mattina in una operazione svolta tra le città di Scalea, Cetraro e Ancona.
Operazione portata a termine dalle compagnie dei carabinieri competenti per territorio con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro, nei confronti dei 4 indagati. Sono in tutto 15 le persone coinvolte nell’attività di indagine.

QUATTRO ARRESTI A SCALEA

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Custodia cautelare in carcere emessa a carico di Michele Silvestri, 30 anni, originario di Cetraro, con l’esclusione delle aggravanti dell’essere associazione armata; Emanuele Mandarano, noto come “Pomodorino”, 36 anni, originario di Maratea, esclusa l’aggravante del 416 bis; Domenico Tamarisco, 50 anni, di Napoli, con l’esclusione dell’essere associazione armata; Franco Scorza, 56 anni originario di Belvedere Marittimo, escluse le aggravanti dell’essere associazione armata.
Le indagini, oltre a fornire una dettagliata ricostruzione degli assetti del presunto sodalizio criminale, hanno rivelato come le attività criminose si riferiscano principalmente ai settori del narcotraffico e delle armi. Si ritiene che l’afflusso di droga sul territorio calabrese venisse garantito da due canali di rifornimento, quello napoletano, rappresentato da Domenico Tamarisco, e quello cetrarese, rappresentato da Franco Scorza.

L’AGGRAVANTE DEL METODO MAFIOSO

Le investigazioni hanno permesso di ricostruire anche la dinamica di una azione ritorsiva. Rientra nelle indagini l’esplosione di un colpo di arma da fuoco, da parte di alcuni membri del sodalizio ai danni di una persona che aveva assunto un comportamento ritenuto oltraggioso nei confronti di alcuni indagati. Da tale episodio è scaturita anche l’aggravante del metodo mafioso. Numerose le perquisizioni effettuate sui territori interessati.

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