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I retroscena dell’operazione Lockdown con 49 arresti a Cosenza: brutale pestaggio per costringere un cliente a pagare i debiti di droga

COSENZA – Al cognome di battesimo, Guzzo Foliaro, ne aveva fatto aggiungere un altro all’anagrafe, piuttosto evocativo: “Corleone”. Fausto detto “Faustino” – arrestato mercoledì scorso nell’ambito del blitz dei carabinieri denominato “Lockdown” insieme ad altri 48 soggetti (LEGGI LA NOTIZIA) – doveva avere, probabilmente, una fascinazione per certi ambienti e un certo tipo di mentalità. Potrebbe essere soltanto una suggestione, tuttavia chi non assocerebbe la celebre località sicula alla figura del più potente dei boss di mafia, ovvero Totò Riina? Ed è così che “Faustino” – secondo le ricostruzioni operate dagli inquirenti e poi trascritte dal gip – si accredita negli ambienti di spaccio di Cosenza e provincia, al punto da seminare il terrore tra i creditori insolventi che temevano eventuali ripercussioni nei loro confronti.

È il caso, ad esempio, di Giuseppe Chianello, che nell’operazione figura nella duplice veste di vittima e indagato e che si rifornisce abitualmente di cocaina proprio dal Foliaro. La pericolosità di quest’ultimo emerge già da una telefonata di Chianello con Antonio Meduri, il quale gli consiglia di non acquistare la droga da lui («Non ti mettere nei guai»). Tali timori appaiono fondati, in quanto per recuperare il debito del suo cliente impiega poco per passare alle maniere forti. Non passa molto tempo, infatti, che una sera di gennaio 2021 Guzzo Foliaro “Corleone” chiede un appuntamento a Chianello. L’assuntore esterna la propria paura a Maduri, ma viene rassicurato sul fatto che la persona che dovrà incontrare non lo picchierà. Giunti al luogo dell’incontro, in via Galeazzo di Tarsia, però, i fatti andranno diversamente: Guzzo Foliaro scende dall’auto, si avvicina alla vettura di Chianello e gli intima di scendere. Gli investigatori, che ascoltano le conversazioni tra i due, registrano botte, forti tonfi, lamenti. Chianello stramazza al suolo dopo essere stato percosso violentemente da Foliaro che pretende il pagamento di una somma di denaro.

Risalito in auto e impaurito, Chianello scoppia in un pianto dirotto, chiama la madre (Mariella Tenuta, arrestata nel blitz, ndr) alla quale racconta l’accaduto, lei gli suggerisce di lasciare la città. Un episodio, questo, indicativo del clima di violenza e della pericolosità di alcuni pusher gravitanti attorno a Cosenza, divenuta ormai, per usare le parole del gip, «un’unica, gigantesca, piazza di spaccio di droga».

Ieri, intanto, si sono tenuti i primi interrogatori di garanzia davanti al gip, nel corso dei quali gli indagati si sono avvalsi per lo più della facoltà di non rispondere, eccezion fatta per Francesco Gagliardi, che ha risposto alle domande.

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